Sarebbe utile anche da queste parti uno strumento come quello ideato da alcuni stagisti di Le Truc, centro di eccellenza creativa creato da Publicis a New York, che potrebbe salvare brand e creativi prima di mandarli al massacro una volta partita la campagna.
Durante l’estate Adweek ha parlato del ‘Cringe Check’, strumento progettato da quattro stagisti (Jake Marchant, Isabelle Walton, Jared Montgomery e Anna Lyle Collett) che consiste in server privato su Discord su cui i creativi di Le Truc possono domandare alle persone della Gen Z presenti in agenzia se le loro idee possono risuonare con l’audience di questa fascia d’età, se hanno rilevanza culturale e, in definitiva, se non sono ‘cringe’, imbarazzanti.
Questo perché in un’agenzia lavorano persone che si rivolgono a generazioni differente dalla loro, le cui idee talvolta possono essere viste come corpi estranei, se non proprio imbarazzanti, o possono non capire trend virali su TikTok.
Il ‘cringiometro’ viene infatti usato dagli stagisti anche per condividere fenomeni di tendenza sui social media e traduzioni di cosa significano parole incomprensibili a chi ha poco più di 20 anni. La testata riporta anche che il Cringe Check è stato usato per lavorare a campagne lanciate per brand del settore CPG, servizi finanziari e altro.
“Abbiamo ribaltato la narrazione su cosa significhi essere uno stagista. Il Cringe Check ha permesso effettivamente loro di parlare e fornire feedback reali e illuminanti” ha detto Evan Schultz, svp, direttore creativo di Le Truc.
“Siamo stati incoraggiati a condividere regolarmente le nostre voci creative e ci è stato ricordato che possiamo apportare una prospettiva preziosa semplicemente a causa della nostra immersione organica nel flusso social in continua evoluzione” ha aggiunto Walton, una delle ideatrici.