Nel 2021 potrebbero essere messi in revisione molti budget pubblicitari di grandi marchi pronti a reinvestire dopo lo stop imposto dalla pandemia e secondo gli analisti di Business Insider Usa ad approfittarne di più e meglio a questo giro potrebbero essere le strutture di nicchia, flessibili e specializzate invece delle grandi holding.
Ascoltando una serie di consulenti, BI ricostruisce uno scenario in cui i CMO sono diventati molto più attenti al controllo dei budget che non consolidano più in un’unica struttura ma attribuiscono a più agenzie in funzione delle esigenze.
Che si tratti di dati, eCommerce, influencer, piattaforme e tecnologia il lavoro a distanza sembra aver ridotto le distanze tra grandi e piccole strutture, favorendo queste ultime che possono andare in gara con costi ridotti o accettare di lavorare su progetti one shot.
Certo, le grandi holding si stanno attrezzando: Omnicom Media Group, per esempio, ha sviluppato un’interfaccia su misura per Amazon che permette alle sue agenzie di bloccare in tempo reale gli acquisti pubblicitari in uno scenario di crisi, IPG ha lanciato Black Glass, società di consulenza affidata a un ex di Deloitte Digital.
Ma secondo Olivier Gauthier, CEO di Comvergence, le holding sono davanti al ‘Comma 22’: hanno bisogno di crescere, ma risorse limitate li costringono a concentrarsi sui loro clienti più importanti, quindi faticano ad adattarsi al cambiamento.