Dai social ai quotidiani, nel mondo delle agenzie di comunicazione e della creatività è scoppiata la questione del sessismo e di presunte molestie sessuali nel settore.
Lo scorso autunno il movimento anonimo Gentilissima Rivolta aveva puntato l’indice verso il mondo della comunicazione per presunte condizioni lavorative vessatorie ricorrenti all’interno del comparto, soprattutto verso giovani leve e free lance (ne avevamo scritto qua).
Ora a tenere banco tra gli addetti ai lavori è una chat interna a un’agenzia a cui avrebbero partecipato tutti gli addetti di sesso maschile, uno strumento che con il tempo è degenerato con contenuti “pesanti” e “inaccettabili” nei confronti delle colleghe.
Su questa situazione si sono riuniti lunedì 19 giugno i consigli straordinari di UNA e Adci che hanno preso posizione singolarmente concordando sulla situazione e rimandando a nuove inziative alle rispettive assemblee che verranno convocate a breve.
“UNA – recita lo statement dell’associazione – ha il dovere di cogliere l’urgenza di elaborare, riflettere e sradicare un fenomeno che ha radici culturali molto profonde che non sono assolutamente da considerare strutturali e caratterizzanti del comparto della comunicazione. È necessario parlarne, interrogarci,assumerci le nostre responsabilità e andare a fondo per divellere quei comportamenti tossici, violenti e fuori legge in modo fermo e deciso come aziende, come professionisti e come esseri umani. Ma, soprattutto, dobbiamo farlo subito e dobbiamo farlo tutti. UNA è consapevole dell’importanza della comunicazione per lo sviluppo sociale. Le aziende associate lavorano ogni giorno per la crescita civile ed economica del Paese, sono il motore che dà forza alle imprese e alle marche. È la ragione per cui UNA ha posto al centro dei suoi scopi sociali l’affermazione dell’etica, della trasparenza e la diffusione della cultura. Come associati UNA, noi ci impegniamo ad applicare i principi etici e di trasparenza verso i lavoratori, i clienti, i fornitori, verso tutti i portatori di interesse. Sono valori forti in cui crediamo intimamente, perché esprimono le qualità della nostra professione, soprattutto in questo periodo storico. Oltre allo Statuto e al codice deontologico, l’associazione si è dotata di un codice etico, che consentirà a UNA di essere più efficace nel creare una cultura di responsabilità. L’associazione ha a cuore la cura, il rispetto, la valorizzazione delle persone che lavorano nella industry della comunicazione e si ripropone di tutelarne le differenze attraverso percorsi di formazione sul tema diversità, equità e inclusione e attraverso l’istituzione di partnership importanti con centri e associazioni terze che offrono servizi di sostegno e ascolto”.
Dal canto suo Adci, al termine del suo consiglio straordinario di lunedì 19, ha confermato attraverso la voce del presidente Stefania Siani “l’impegno per una cultura del rispetto e della responsabilita da parte dell’associazione” annunciando che verrà convocata dopo il Festival di Cannes un’assemblea generale che coinvolgerà tutti i soci da remoto per affrontare l’argomento.