FTC dà il via libera alla fusione Omnicom e Interpublic Group, con l’obbligo di neutralità politica riguardo l’acquisto di media

Ai clienti resta la responsabilità di decidere dove e in che contesto vogliono che i loro annunci siano visti

La fusione Omnicom e Interpublic Group è praticamente fatta. La Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti ha infatti finalizzato l’accordo con Omnicom e IPG su un ordine di consenso reciprocamente accettabile, spiega la brevissima nota stampa.

La accompagna un commento di John Wren, presidente e ceo di Omnicom, che sottolinea l’impegno dell’azienda che nascerà a “fornire consulenza neutrale e imparziale ai clienti nel prendere decisioni sui posizionamenti media dei loro brand”: un chiaro riferimento alla condizione alla quale hanno dovuto sottostare le due parti di non inserire in blacklist piattaforme e organi di stampa per motivi politici, nella fattispecie X, l’ex Twitter, di Elon Musk che durante l’estate 2024 aveva citato in giudizio Garm e una serie di inserzionisti.

A fine giugno FTC aveva completato la disamina antitrust relativa alla proposta di acquisizione di IPG da parte di Omnicom per 13,5 miliardi di dollari. Restava aperta la clausola ‘salva X’, poi sottoposta a una consultazione pubblica per 30 giorni, durante i quali le condizioni sono state modificate e chiarite.

Venerdì 26 settembre la FTC ha quindi emesso un comunicato secondo cui “l’ordinanza  elimina la possibilità per Omnicom di negare finanziamenti pubblicitari agli editori di media in base al loro punto di vista politico o ideologico, salvo su espressa e specifica indicazione dei clienti inserzionisti di Omnicom”. Saranno dunque gli inserzionisti responsabili della scelta dei media su cui pianificare in linea con il loro posizionamento e valori fondativi.

Come spiega MediaPost, non solo l’ordinanza vieta a Omnicom/IPG di considerare i “punti di vista politici o ideologici” degli editori, ma include in questo alveo anche i “punti di vista sulla veridicità dei notiziari o di altri fatti contestati politicamente o ideologicamente, come la loro caratterizzazione come ‘misinformazione’, ‘disinformazione’, ‘pregiudizio’ o termini simili”, sempre a meno che i clienti non diano la precisa ed esplicita indicazione di evitarli. Ne consegue il divieto di utilizzare strumenti come blacklist e whitelist, a meno che, appunto, non li richieda il cliente.

L’ordine, continua MediaPost, include anche la restrizione a indirizzare l’acquisto di pubblicità in base all'”adesione a standard o etiche giornalistiche stabiliti o fissati da una terza parte” delle società di media, o all’impegno delle società per la diversità, l’equità o l’inclusione. La nuova holding dovrà anche avere un supervisore incaricato di raccogliere i reclami riguardo alla conformità da soggetti non coinvolti nelle pianificazioni.

La holding che nascerà dalla fusione di Omnicom e Interpublic Group sarà la più grande al mondo, con una capitalizzazione di oltre 30 miliardi di dollari.

FTC dà il via libera alla fusione Omnicom e Interpublic Group, con l’obbligo di neutralità politica riguardo l’acquisto di media ultima modifica: 2025-09-29T18:03:49+02:00 da Redazione

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