Disinformazione, infodemia, manipolazione dell’opinione pubblica potenzialmente dannosi per i clienti sono tutti problemi che Edelman sta cercando di affrontare con l’aiuto della tecnologia e algoritmi avanzati.
L’ultima novità dell’agenzia è Disinformation Shield, una soluzione globale offerta ai clienti del settore privato per aiutarli a intercettare e combattere le notizie false che li riguardano attraverso il monitoraggio della rete, dark web incluso, la trasparenza e campagne di comunicazione basate sui fatti, progettate per smontare gli artifici psicologici messi in atto dai propagatori di fake news e targetizzate verso le audience a rischio.
A gestirla è un team globale che include specialisti di crisis management e reputazione aziendale, esperti di predictive intelligence, scienziati comportamentali e analisti di psicometria, guidati dal global corporate practice chair Jim O’Leary e dal chief data and analytics officer Yannis Kotziagkiaouridis.
Collaborano come senior advisor anche Graham Brookie, Managing Editor del Council’s Digital Forensic Research Lab della testata The Atlantic e Sander van der Linden, professore di psicologia sociale a Cambridge e direttore del suo Social Decision-Making Lab.
«L’Edelman Trust Barometer 2021 ha rivelato un’epidemia di disinformazione, con più di due dirigenti su tre di grandi aziende globali preoccupati per l’arma delle informazioni false – commenta O’Leary -. In alcuni casi, abbiamo già visto questa ‘infodemia’ influenzare negativamente il prezzo delle azioni di una società, distruggere la base di clienti di un brand e persino minacciare la sicurezza di alcuni dirigenti e delle loro famiglie».
«L’evoluzione della manipolazione dei media e della disinformazione online ci impone di ripensare completamente il manuale della comunicazione – aggiunge Kotziagkiaouridis -. Stiamo combinando i dati più diversi e gli strumenti delle scienze cognitive per intercettare e interrompere la disinformazione in tempo reale».