Cambiamento sostenibile: per gli italiani le aziende sono le prime responsabili. La ricerca di McCann

Uno studio di McCann, Initiative e UM propone cinque principi per costruire il cambiamento

Gli italiani chiedono alle aziende di essere protagoniste del cambiamento sostenibile. E’ quanto emerge dallo studio “ChangeMakers. Cambiamo approccio alla sostenibilità” condotto da McCann Worldgroup Italy insieme a Initiative e UM, sigle del gruppo IPG.

Cambiamento sostenibile: per gli italiani le aziende sono le prime responsabili. La ricerca di McCann

Secondo il 71% delle persone coinvolte nello studio, la maggiore parte della responsabilità di chi deve agire per risolvere il problema della crisi climatica sono le aziende, considerate come un attore fondamentale del cambiamento, seguite dalle istituzioni.

Ma la conversazione tra gli attori del cambiamento evidenzia un contrasto rilevante: aziende e istituzioni utilizzano spesso una terminologia tecnica e molte delle parole che compongono il lessico della sostenibilità sono scarsamente famigliari alla gente comune.

Un’evidenza interessante riguarda il significato principale di “sostenibilità”, inteso non solo come salvezza del pianeta (27% dei rispondenti), ma anche come una questione di stile di vita (23%) e di costruzione del futuro (20%), in modo altrettanto importante. Inoltre, nella collezione di immagini rappresentative del tema, che abbiamo raccolto a corredo dell’indagine quantitativa, abbondano le scene di vita vissuta e i ritratti di persone.

Quando parliamo di sostenibilità non parliamo dunque solo di pianeta ma anche delle vite delle persone. La prima indicazione che giunge è dunque la necessità di umanizzare il discorso sulla sostenibilità.

Daniele Cobianchi, ceo di McCann Worldgroup Italy, President Mediabrands Italy e Sustainability Advocate del Gruppo commenta: «Siamo a un punto di svolta: la consapevolezza che la sostenibilità sia l’unica via possibile sta permeando ogni strato della nostra società. Ora è necessario essere concreti, prendersi la responsabilità, ognuno la sua, e impattare nel cambiamento. Noi della comunicazione dobbiamo abbandonare il manierismo commerciale e usare le nostre abilità per supportare aziende virtuose, manager visionari e tutte quelle sensibilità che possono contribuire a fare accadere le cose velocemente».

Lo studio individua cinque principi che possono guidarci sulla strada verso soluzioni di sostenibilità.

1. Da norma a stile di vita: la conversazione sulla sostenibilità, per temi e per lessico, deve allargarsi fino ad abbracciare tutti gli aspetti che le persone vedono connesse al tema e non essere solo un discorso che riguarda il pianeta, gli obiettivi industriali, le etichette e le sigle.

2. Da colpa a speranza: il sentimento con cui ci si accosta al tema è per lo più negativo; questo però genera più immobilismo che azione. Dobbiamo pensare alla sostenibilità come un arricchimento della nostra vita, non come una privazione.

3. Da scelta complessa a facile default: la sostenibilità deve diventare la strada più corta, non la scelta più complessa. Se vogliamo che diventi un’abitudine quotidiana di massa, bisogna creare prodotti e soluzioni accessibili che vengano scelte con facilità.

4. Da messaggi creativi a business creativo: il potere della creatività è immenso. Il cambiamento non dev’essere solo nelle comunicazioni, ma la sostenibilità deve essere posta al centro del business. Lo possono fare tutti.

5. Da perfezione a percorso: nessuno è perfetto, la sostenibilità è un percorso. Bisogna ammettere la vulnerabilità e comunicare la strada che si sta facendo.

Cambiamento sostenibile: per gli italiani le aziende sono le prime responsabili. La ricerca di McCann ultima modifica: 2023-11-17T10:51:30+01:00 da Redazione

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