L’utile è di 1,5 milioni di euro. La società intende proseguire l’espansione in nuovi mercati geografici
Alkemy ha chiuso l’esercizio 2017 con ricavi consolidati di 44,89 milioni di euro, in crescita del 28,9% rispetto ai 34,82 milioni dell’esercizio 2016.
“Il 2017 è stato un anno particolarmente intenso per Alkemy, caratterizzato da importanti risultati economici in termini di fatturato e marginalità e conclusosi con la quotazione su AIM il 5 dicembre – commenta l’Amministratore Delegato, Duccio Vitali -. La quotazione rappresenta solo l’inizio del piano di crescita che prevediamo per il nostro Gruppo: siamo pronti per aggregare nuove competenze e nuovi team imprenditoriali per soddisfare in modo sempre più ampio e completo le esigenze di innovazione dei nostri clienti”.
L’Ebitda FY 2017 consolidato si attesta a 5,06 milioni, in crescita del 26% rispetto a 4,02 milioni del 2016, nonostante i costi di avviamento delle nuove sedi all’estero.
Il risultato operativo (Ebit) consolidato dell’esercizio 2017 è pari a 2,83 milioni rispetto a 2,36 milioni del 2016 (+19,8%). Tale risultato sconta il forte incremento degli ammortamenti dovuto prevalentemente ai costi di quotazione.
Il risultato netto consolidato FY 2017 è pari a 1,53 milioni, rispetto a 1,19 milioni del 2016 (+28,3%).
La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2017 è positiva e pari a 19,23 milioni rispetto alla posizione finanziaria netta negativa per 0,5 milioni al 31 dicembre 2016. Tale variazione è prevalentemente riconducibile all’aumento di capitale relativo alla quotazione all’AIM.
Alkemy, per i mesi a venire, intende proseguire nella propria strategia di sviluppo e crescita, mantenendo la propria specializzazione nel mercato dell’innovazione tecnologica e digitale finalizzata alla fornitura di servizi a valore aggiunto e innovativi in grado di migliorare le performance economiche aziendali. Tale strategia si dispiegherà attraverso un ampliamento delle competenze, innanzitutto incrementando il presidio sul territorio italiano, e valutando altresì l’opportunità di espandersi in nuovi mercati geografici le cui similarità con quello italiano consentano di utilizzare il know-how costruito in questi anni.