Entro il 7 febbraio la società guidata da Claudio Sposito presenterà un’offerta per rilevare TiMedia
Il fondo Clessidra rilancia. Contrariamente alle previsioni, la società guidata da Claudio Sposito ha annunciato che entro il 7 febbraio (data di ultima di scadenza) presenterà un’offerta definitiva per rilevare Telecom Italia Media, cui fa capo La7. Vuol dire che il piano di Urbano Cairo non è il solo sul tappeto.
Si tratta, per molti versi, di un colpo di scena considerando che il fondo Equinox, alleato di Clessidra, si era defilato. Oggi scadevano i termini per presentare le proposte e sembrava proprio che Cairo sarebbe rimasto da solo. Non si conoscono i dettagli ma i due progetti sono abbastanza diversi: Clessidra, a quanto risulta, è disponibile a prendersi tutta Telecom Italia Media con un’operazione che potrebbe anche imporre un’Opa. Non a caso oggi il titolo ha fatto un salto del 5,3%.
Viceversa Cairo è interessato solo all’emittente. Ma il vero problema di Telecom Italia (che il 7 febbraio riunisce il Cda) è questo: La7, così com’è, non è gestibile in modo profittevole. Ha 500 dipendenti, un’audience media del 3% e costi per oltre 200 milioni all’anno. Perde circa 80 milioni l’anno. La7, per stare in piedi dovrebbe ridurre il personale in maniera drastica e, probabilmente, ridimensionare i cachet di star come Mentana, Santoro, Lerner. La società che controlla La7 continua ad essere una voce di perdite: nei primi 9 mesi del 2012 il passivo è già a quota 53 milioni. Tuttavia, non e’ ancora tramontata la possibilità che Telecom, in assenza di un’ offerta soddisfacente, decida di bloccare la vendita della società. Non e’ nemmeno escluso il colpo di scena finale. Magari la convergenza fra le due offerte spartendosi la proprietà. Cairo guadagna assai bene grazie al suo contratto, perchè è assai efficiente e sul mercato non avrebbe alternative. Clessidra probabilmente potrebbe ottenere uno sconto sulla pubblicità de La 7 e magari chiedere a Telecom Italia un sostegno forte (per esempio sotto forma di massicce campagne pubblicitarie). E’ vero che il contratto di Cairo è profumatissimo, in quanto gli garantisce il 50% della raccolta oltre i 160 milioni (anzichè il 30%) ma nessun altro pubblicitario in Italia ha mai ricavato tanto dalla stessa audience.