Mediaset ha deciso di non presentare alcuna offerta all’asta per i diritti tv per le partite di Serie A 2018-2021, in relazione alla richiesta presentata il 1° giugno all’Antitrust per una nuova formulazione più equilibrata del bando.
Secondo la nota di Mediaset “al di là dei contenuti sportivi e dei valori economici attribuiti ai singoli pacchetti, ribadiamo che la formulazione dell’invito a presentare offerte è totalmente inaccettabile in quanto abbatte ogni reale concorrenza e penalizza gran parte dei tifosi italiani costretti ad aderire obbligatoriamente a un’unica offerta commerciale”.
Secondo quanto riporta l’Ansa, sono giunte alla Lega Calcio da Sky e dalla società britannica Perform Group offerte per 4 dei 5 pacchetti all’asta per i diritti tv della Serie A, ma solo una supera il minimo richiesto.
Sky avrebbe offerto 230 milioni di euro per il pacchetto A, per la trasmissione sul satellite delle partite di 8 squadre, fra cui Juve, Napoli, Milan e Inter (248 eventi), e 210 milioni di euro per il pacchetto D che copre le gare di 12 squadre, fra cui Roma, Lazio, Torino e Fiorentina, per 324 eventi (132 in esclusiva): nota bene, per quest’ultimo la Lega Calcio chiedeva almeno 400 milioni.
Perform Group avrebbe proposto offerte al di sotto del minimo richiesto per i pacchetti C1 e C2, che comprendono i diritti per la piattaforma internet (rimasti invenduti nel bando per il triennio in corso) delle stesse squadre del pacchetto A e sono stati proposti al mercato con un prezzo di minimo 100 mln di euro ciascuno.
ll valore complessivo delle offerte è di quasi 500 milioni di euro, contro i 943 della scorsa asta; molto al di sotto dell’obiettivo di un miliardo di ricavi per stagione.
Né Facebook, Amazon e Twitter si sono fatte avanti, Italia Way avrebbe presentato una contestazione al bando mentre Tim, che secondo indiscrezioni di stampa doveva presentare un accordo con Mediaset, ha comunicato di “non avere mai neppure ipotizzato né discusso una partecipazione assieme ad altri soggetti ai bandi per i diritti della Serie A”.
Non è escluso che l’assemblea dei club decida la non assegnazione, possibilità prevista dal bando in caso di pacchetti rimasti invenduti, avviando una nuova asta per settembre.
Cairo intanto ha commentato “E’ il momento della svolta, o individuiamo un nuovo sistema di vendita o ci facciamo un nostro canale. Il calcio italiano vale di piu’”.