Le entrate dalla vendita degli spazi pubblicitari e delle parole chiave. Accordi con editori e P.A.
Nasce Istella, il motore di ricerca su internet targato Tiscali per la ricerca e la condivisione di archivi e contenuti tramite la partecipazione di utenti, istituzioni e imprese. Già online, il nuovo strumento non si propone di sostituire i motori di ricerca esistenti, ma di sistematizzare e di diffondere il patrimonio culturale nazionale e non solo.
Il presidente di Tiscali, Renato Soru, ha illustrato la filosofia della nuova creatura nel corso di una conferenza stampa a Roma: “Abbiamo cercato di fare – ha detto – non solo un’alternativa a Google, ma anche di trovare una ragione diversa di questo servizio: offriamo agli utenti la possibilità non solo di cercare, ma anche di essere protagonisti, invitandoli a mandare i loro contributi”.
Istella vuole scandagliare ”il web nascosto”, aggiunge Soru, “fatto di archivi e contenuti di inestimabile valore” ma anche ”il sapere comune” per conoscere e condividere la cultura italiana. Dovendosi diversificare da quello di Mountain View ma anche da altri motori di ricerca, istella punta dunque su contenuti diversi. ”Verrà dato spazio a quanti più archivi possibili”, come quelli – solo per citarne alcuni – dell’Istituto Treccani e del Ministero dei Beni Culturali ma anche di Blom, l’azienda leader in Italia nel settore del telerilevamento. Ma darà pure la possibilità agli utenti di contribuire e condividere ”i propri archivi personali”.
Con la funzione ‘condividi’ si potranno quindi mettere in comune immagini, video e audio che saranno poi indicizzati da istella per essere ricercati in Rete. Chi vuole può diventare ‘ follower’ di altri utenti, ogni utente avrà una propria bacheca digitale che sembra ispirata al social network per foto Pinterest (settore su cui Tiscali si è gia lanciata con Indoona). Soru spiega che ”non c’è un controllo preventivo sui contenuti degli utenti” ma verrà data la ”massima attenzione alle segnalazioni sulle violazioni di copyright o di altre norme”, un po’ come fa ora YouTube.
A sottolineare l’identità italiana, nell’homepage di istella campeggia la Torre di Pisa. Un omaggio anche ai partner tecnologici che sono, tra gli altri, l’Università di Pisa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il modello di business è sostanzialmente basato sulla pubblicità. ”Venderemo la pubblicità e le parole chiave, ma potremo anche stringere accordi con le pubbliche amministrazioni e con gli editori”, spiega Soru ricordando che questo è ”un segmento che fatturerà due miliardi e mezzo l’anno e il progetto ci è costato 15 anni di investimenti”.