Strategie multi-piattaforma, nuovi format e contenuti agili per far crescere il pubblico dei podcast
Alla sua prima volta tra i sottoscrittori della Digital Audio Survey di Ipsos, Davide Schioppa, founder e CEO della content digital factory di podcast per le aziende Podcastory, dice di essere molto soddisfatto dei risultati della ricerca.
In primo luogo, per quei 9,3 milioni di persone che ascoltano podcast, “un consolidamento importante che, prima di crescere in modo esponenziale, ci permette di capire meglio dove stiamo andando”, commenta Schioppa. Ma oltre i numeri ci sono altri due elementi chiave: il tempo di fruizione dei podcast e il ruolo delle piattaforme.
Per una società dedicata contenuti audio nativi digitali, il fatto che gli ascoltatori preferiscano episodi della durata massima di 20′ differenzia il mercato italiano dalla “scuola americana”, che punta sulla lunga durata e in gran parte sui talk, e gioca a favore dei contenuti “snackable” su cui si basa la proposizione di Podcastory.
Certo, non sarà facile convincere i molti clienti che chiedono contenuti lunghi, ma sicuramente i risultati della ricerca saranno un atout su cui lavorare. “Le serie, più che i contenuti di lunga durata, hanno una maggior capacità di far aumentare la penetrazione del brand, oltre a mantenere vivo l’interesse di chi ascolta”. Insomma, un approccio allo strumento più strategico che tattico, ma ancora tutto da costruire, lavorando anche su un maggior numero di format oltre i talk di approfondimento, a cominciare dalla fiction.
Pubblicità 1-to-1. L’ascolto ‘intimo’ che caratterizza i podcast è un altro dato rilevante per Schioppa che lo legge in funzione ‘native’: secondo la ricerca il 78% si dedica all’ascolto dei podcast in solitaria, confermando questo format come strumento a disposizione dei brand per comunicare 1-to-1. Per questo Podcastory si appresta ad avviare nelle prossime settimane, in collaborazione con un istituto di ricerca, la misurazione a posteriori con il duplice obiettivo di capire come migliorare il prodotto ed evidenziare come il format sia in grado di lavorare sui valori del brand.
Piattaforme preferite. Anche la numerosità delle piattaforme scelte dagli ascoltatori, e in particolare la ‘sorpresa’ di YouTube che si afferma al primo posto per l’ascolto di podcast nell’ambito di piattaforme 100% free (Spotify mantiene il suo primato, con un distacco di 5 pp su YouTube considerando il dato aggregato free+premium), è un altro elemento di soddisfazione per Schioppa nella lettura dei risultati della ricerca Ipsos.
“Da sempre in Podcastory abbiamo prestato molta attenzione alla distribuzione dei contenuti”, dice, convinti che sia importante avvicinare gli utenti a prescindere dalla piattaforma. “Una distribuzione efficace dei contenuti audio on demand, non può ignorare le abitudini di fruizione degli utenti, cercando di raggiungere la maggior audience possibile diffondendo in maniera capillare i contenuti podcast su qualunque piattaforma”, commenta il CEO di Podcastory.
“Non siamo ancora arrivati a prendere un’audience mainstream, e noi non vogliamo restare confinati in un pubblico di ‘happy few’, per questo abbiamo sempre spinto sull’audio-seeding, una vera e propria ‘semina’ dei nostri podcast sui siti web più in target, per ottenere una buona indicizzazione su Google e permettere l’ascolto diretto del contenuto”.
Non solo: la content factory sta lavorando al lancio di una piattaforma indipendente per i podcast, gratuiti e finanziati dalla pubblicità, che si affiancherà dal 2022 a tutte le altre piattaforme di distribuzione, con l’ambizione di crescere in seguito anche fuori dai confini italiani. “Concentrarsi sulla scalata delle classifiche di piattaforme come Spotify può essere senz’altro gratificante, ma di fatto può portare a ignorare grandi sacche di utenza che potrebbero essere raggiunte facendo una distribuzione più capillare”, aggiunge.