Dalla visual radio agli investimenti in comunicazione, il punto del direttore di Rai Radio
Visual radio, switch off dell’Fm, rilevazioni e investimenti in comunicazione: sono alcuni dei temi affrontati da Roberto Sergio, direttore Rai Radio, intervistato da Claudio Astorri.
VISUAL RADIO – “Il progetto Visual radio è stato uno degli asset principali del rilancio di Rai Radio. Fin da quando abbiamo iniziato a parlarne ho trovato entusiasmo e convergenza di idee da parte del direttore di Radio 2, Paola Marchesini. Il vero record credo sia stato nei tempi di realizzazione del progetto che è passato in pochi mesi dalla progettazione all’on air, in piena epoca di pandemia”.
Tempo di dtt per la visual radio? “Credo che parte del successo del canale risieda proprio nel suo essere trasversalmente digitale e di essere visibile sulle tv connesse. Credo anche moltissimo nello sviluppo della tv connessa, grazie anche ai prossimi eventi come gli Europei e le Olimpiadi, che sicuramente daranno nuove occasioni di visione con contenuti extra sulle smart tv. Quindi, perché andare a competere nel piccolo e costoso mondo dei canali in dtt? Il nostro obiettivo è ritagliarci la leadership fra i contenuti della tv connessa: moderna, flessibile, a misura dei nuovi telespettatori”.
TER – “Nel 2019 abbiamo portato sul Tavolo Editori Radio, che gestisce le rilevazioni, l’inadeguatezza del metodo di indagine, trovando ben poco ascolto. Nel 2020, pur in assenza di reali cambiamenti della metodologia, mi sembra di aver notato invece una convergenza di molti editori sulla necessità di misurare in modo passivo l’ascolto. Il sogno è che il 2021 sia finalmente l’anno del cambiamento. Intanto, andiamo avanti con la nostra ricerca parallela”.
RAI PLAY SOUND – “Se si vuole guardare al futuro, bisogna essere pronti a misurarsi con le nuove abitudini di ascolto. Per questo Rai Play Sound sarà la casa di tutta l’offerta audio della Rai. Come va di moda dire adesso: la casa del “total audio”. Ovviamente, alla base c’è il successo (e quindi anche l’architettura) di Rai Play, ma nella progettazione abbiamo osservato con attenzione anche i player internazionali, in primis Bbc, come al solito sempre anticipatrice di tendenze e opportunità”.
SWITCH OFF DELL’FM – “Non ha senso tenere in vita un doppio sistema di trasmissione, analogico e digitale.Sarebbe molto più lineare investire nel digitale e chiudere l’analogico. Ne gioverebbe l’intero sistema: gli editori, gli ascoltatori, l’ambiente, che vedrebbe una drastica riduzione dell’inquinamento elettromagnetico. Purtroppo, siamo consapevoli che non sarà così almeno a breve termine (ne è prova il clamore destata dalla mia intervista a Newslinet in cui citavo un possibile switch off dell’Fm, scatenando critiche palesi da parte di molti oppositori e approvazioni meno palesi da altrettanti sostenitori silenti).
Che fare, quindi? Ogni editore ha le sue politiche strategiche. Noi spingeremo molto su Ip e Dab, e ottimizzeremo quanto più possibile sull’Fm, senza destinare risorse aggiuntive alla rete analogica, ma manutenendola al meglio e gestendo le frequenze. Non è il migliore dei mondi possibili, ma ad oggi l’unico, in assenza di una auspicabile convergenza di tutti verso lo switch off”.
INVESTIMENTI IN COMUNICAZIONE – “Non sono convinto di dover investire soldi derivanti in parte dal Canone per andare a competere con le radio commerciali nella lotta alla awareness pura. Preferisco pensare di valorizzare brand e prodotti con la cross promotion garantita dagli altri mezzi Rai. L’auspicio è anzi che la Rai ci sostenga sempre di più raccontando l’offerta Rai Radio. Sono sicuro che in occasione dell’avvio di Rai Play Sound questo avverrà con grande forza. Su prodotti specifici faremo sicuramente operazioni promozionali verticali, ma non andremo a comunicare le radio genericamente con pubblicità tabellare”.