Il vicedirettore della Direzione Radio della Rai risponde alle dichiarazioni di ieri di Federico Silvestri, a cui chiede un passo indietro
Flavio Mucciante, vicedirettore della Direzione Radio della Rai e responsabile del Centro di via Asiago, bolla come “surreali” alcune delle dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente del Tavolo Editori Radio Federico Silvestri (vedi notizia).
“Sono anni che denunciamo l’inadeguatezza dell’indagine telefonica – dichiara Mucciante -. E oggi, “nonostante la durissima presa di posizione dell’AgCom – apprendiamo che anche nel 2024 non avremo dati affidabili”.
Del resto – aggiunge Mucciante – “il presidente Silvestri, anche nella sua ultima dichiarazione, rilancia come un sorprendente risultato i 3 milioni di ascoltatori in più, registrati in solo semestre, quando tutti sanno che quel dato è stato drogato da martellanti campagne di autopromozione e da un questionario obsoleto”.
E poi – si chiede il vicedirettore di Radio Rai – come fa Silvestri a dire che Ter rappresenta la quasi totalità delle componenti pubbliche della radiofonia italiana? Chi ha interesse a tenere fuori la Rai? “Chi sceglie di investire su una rete del Servizio pubblico lo fa per un preciso posizionamento culturale e sociale. La sola presenza della Rai al tavolo è garanzia di affidabilità”.
“È di tutta evidenza che, in questo scenario, non possiamo prendere in esame una riedizione di Ter – dice Mucciante – ma saremmo pronti ad entrare subito in una nuova società per una nuova indagine, che abbia tutti gli elementi indicati da AgCom”.
Una ricerca “integrata con altri strumenti, anche di rilevazione passiva, come il meter. E non solo, come propongono alcuni, con l’ascolto digitale, che rappresenta ancora una percentuale troppo esigua rispetto al totale”.
Radio Rai non può stare sul mercato senza ascolti- sostengono alcuni. Ma un’indagine seria – secondo Mucciante – “non può prescindere dalla presenza delle reti del Servizio Pubblico”. Cosa augurarci, allora, in questo scenario, per il futuro della radio in Italia?
Mucciante non ha dubbi: “che la presidenza di Ter con un atto di responsabilità, che finora non c’è stato, prenda atto della bocciatura di AgCom, del fallimento delle scelte di questi ultimi anni, facendo un passo indietro, che consenta l’avvio di una fase nuova: una nuova società con editori, investitori e pubblicitari e una nuova Audiradio, alla quale Rai ha già manifestato la sua convinta adesione”.