Urbano Cairo ha chiesto il primo stato di crisi della sua gestione: 75 prepensionamenti e cassa integrazione per 24 mesi
Rcs ha chiesto l’apertura dello stato di crisi. Per il Corriere della Sera, l’operazione comporterà una riorganizzazione del lavoro dalla quale conseguiranno 50 esuberi, su un organico complessivo di 354 giornalisti, con accesso ai contributi statali.
“Di fatto l’azienda ci prospetta un taglio del 15% del corpo redazionale. Un obiettivo inaccettabile perché comporterebbe un drastico impoverimento del giornale” ha scritto il cdr del quotidiano.
Considerando anche l’area periodici, Cairo chiede 75 prepensionamenti e cassa integrazione per 24 mesi.
“Un’urgenza motivata da un’azienda in rosso? Niente affatto – si legge nelle nota del cdr dell’area periodici – Solo nel 2018, l’utile di Rcs Mediagroup è stato di 85 milioni di euro; Cairo ha erogato premi ai dirigenti di prima fascia, distribuito dividendi a sé e ai suoi azionisti per 31 milioni e, presumibilmente, farà altrettanto nel 2020. È vero, i ricavi netti del 2019 appaiono in flessione (-5,5%), ma, come dichiarano gli stessi manager di Rcs, «l’azienda ha fatto meglio del mercato». Motivo in più per non attingere alle casse dello Stato”.