Il PhotoVogue Festival si interroga sulle immagini nell’era dell’intelligenza artificiale

Photography by Filippo Venturi

Forte del successo ottenuto lo scorso anno, con circa 10mila visite, si apre l’ottava edizione del PhotoVogue Festival, a Milano fino al 19 novembre a Base Milano.

Il Festival diretto da Alessia Glaviano ospita una serie di mostre e un simposio dedicato al forte impatto dell’IA sulla creazione di immagini: le tavole rotonde saranno anche rese disponibili nei giorni a seguire sulla piattaforma PhotoVogue.

“Credo sia molto importante fare una differenza tra le immagini per la moda e l’arte e quelle per il giornalismo. Nel primo caso, l’IA è uno strumento in più, nel secondo ci sono invece molti rischi connessi alla disintegrazione del valore documentale della fotografia”, ha detto Glaviano nel corso della presentazione del Festival.

Al suo fianco Fred Ritchin, decano emerito dell’International Center of Photography School, e Azu Nwagbogu, fondatore e direttore dell’African Artists’ Foundation e curatore del Festival dalla prima edizione. Quelle fatte con l’IA non sono fotografia, ma “immagini sintetiche”, ha sottolineato Ritchin. “Siamo abituati a credere alle fotografie e ai suoni registrati, testimonianze dell’uso del napalm in Vietnam e motore per la fine dell’apartheid in Sud Africa. Poi sono arrivati i telefoni e oggi il 90% delle foto è scattato con uno smartphone i cui algoritmi modificano le immagini. Domani con l’IA non avremo neanche bisogno di una fotocamera per mostrare quello che vogliamo”, ha aggiunto. “Il rischio è che tutte le immagini saranno false, nessuno sarà in grado di dire cosa è reale e cosa non lo è: dipendiamo dall’integrità dei fotografi per sapere cosa accade realmente in luoghi come Gaza, e senza realtà non c’è democrazia”.

Amy Woodward

Le mostre si interrogano su ‘”What is Beauty’, progetti di 40 artisti sull’evoluzione dell’idea di bellezza; la sua declinazione IA, con immagini generate dall’intelligenza artificiale; ‘Uncanny Atlas”, sulla transizione virtuale di bellezza e fotogenia; ‘Eternal Loops’, curata da Alejandro Cartagena, sul surplus di immagini create da macchine ed esseri umani; infine ‘Spanish Women: A Contemporary Portrait Of Strength And Beauty’ porta in Italia il risultato della prima Open Call di PhotoVogue in Spagna.

Eye Mama è uno dei punti forti del Festival, con le immagini tratte dal libro realizzato dalla fotografa Karni Arielli e il dialogo tra Arielli e Glaviano sul tema ‘What Make Us Human’.

Casa Batllo_Projection Mapping

CondéFuture e Festival Grant. La prima è una nuova iniziativa globale che mira a ispirare e coltivare le future generazioni di talenti creativi multimediali. Lanciato a New York nel 2021 in collaborazione con l’organizzazione no-profit Educational Alliance, il programma si rivolge agli studenti delle scuole superiori provenienti da contesti svantaggiati, offrendo un programma di arricchimento e orientamento gratuito della durata di due anni, sotto la guida dei talenti della comunità di Condé Nast.

Il Festival Grant premierà i lavori  di Luisa Dörr e Sarfo Emmanuel Annor con 5mila euro ciascuno per sostenere la loro carriera artistica. La realizzazione del Festival è stata resa possibile da numerosi partner tra cui Google Pixel 8 e Google Pixel’s Creator Labs, il brand beauty Puig, Audi nel ruolo di content partner, Massimo Dutti, Flos, Urban Vision e Radio Montecarlo.

A.C.

Il PhotoVogue Festival si interroga sulle immagini nell’era dell’intelligenza artificiale ultima modifica: 2023-11-17T10:53:17+01:00 da Redazione

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