Fedele Usai, c.e.o. di Condé Nast Italia, fa il punto della situazione e parla delle strategie della casa editrice. Investimenti sulle piattaforme tech e strategia cross mediale
Un 2019 che continua a confermare la crisi infinita della carta stampata, un mercato in continua evoluzione sia nella domanda che nell’offerta, la necessità di aggiornare non solo le strategie ma anche la tecnologia. Condé Nast come è solita fare guarda avanti, senza sconti, prendendosi carico di scelte dolorose ma tenendo la barra dritta e anticipando tendenze e strategie. A dicembre cesseranno le pubblicazioni di Glamour, sia nella versione cartacea che digitale. La fine di una storica testata che a suo tempo aveva innovato inventandosi il formato pocket.
“Continuiamo a perseguire un percorso di investimento – ha detto Fedele Usai, c.e.o. Condé Nast Italia – ma in modo selettivo. Glamour è ad oggi per noi un brand importante in termini di fatturato, ma il target della testata (lettrici di 25 anni come età core) si sta spostando e si sposterà sempre più verso altre piattaforme e altre forme di contenuti. Non serve nasconderlo, ma la carta non è in grado di inseguire una 18enne”.
Il target delle giovani verrà così inseguito sia sul digitale (i contenuti beauty di Glamour confluiranno nel sito di Vanity Fair), sia sui social attraverso la ‘property social media only’ Experience is, sia con gli eventi. Strumenti che non serviranno solo a inseguire le giovani e giovanissime ma tutti i lettori in generale in un’ottica di diversificazione crossmediale
“Abbiamo avviato un importante piano di revisione tecnologica che ha riguardato tutte le aree dell’azienda a partire dalla piattaforma dove gireranno tutti i siti che oggi contano su un’audience record di 30 milioni di utenti unici. Sui social abbiamo 18 milioni di follower. Stiamo spingendo sempre più anche sugli eventi (Vanity Fair Stories, che si è svolto nel week end, ha visto registrarsi 21mila persone) perché l’impatto del luogo fisico è sempre più importante”.
Oltre alla novità del lancio di Cucina Italiana in Usa (e Canada) da parte di Condé Nast Italia, a dicembre sotto la sede CN a Milano verrà aperto un experience store ‘Condé Nast Frame’, strutturato con una parte bar e una parte dedicata alla consultazione degli archivi della casa editrice. Sarà ovviamente luogo di eventi e partnership.
“Con Frame, che si aggiunge alla Scuola di Cucina Italiana (passata da 3000 a 10.000 corsisti) il piano terra di Condé Nast sarà interamente dedicato al mondo consumer”.
A livello di aree di business, i prodotti cartacei rappresentano circa il 65% sull’intero fatturato della casa editrice, con il digitale che vale il 25% e gli eventi il 10%. Ogni brand ha però valori diversi: il cartaceo di Wired ad esempio pesa per solo il 25%.
“Il 2019 ha visto in crisi anche la raccolta digitale sui formati classici, display/banner. Positiva invece le attività e i progetti costruiti ad hoc per i clienti”. Usai ha respinto la possibilità di introdurre il paywall: “Preferiamo affinare la conoscenza del nostro lettore, in ottica non solo pubblicitaria ma anche di costruzione dell’offerta editoriale. Abbiamo un gruppo chiuso legato a Vanity Fair composto da 7.000 persone che rispondono ai nostri stimoli per il 70% entro le 24h”. Con obiettivi non solo pubblicitari ma di database building operano anche le diverse newsletter geolocalizzate quotidiane legate ad ogni brand del gruppo.