I contenuti sono pensati per chi ascolta, ma costruiti per brand ed editori, le voci quelle del doppiaggio cinematografico e della pubblicità, la tecnologia 8D immersiva: il modello di business di Podcastory a un anno dell’operatività della start-up innovativa si è rivelato produttivo.
Il primo bilancio non solo raggiunge il break even, ma sfiora il territorio positivo e l’andamento del 1Q 2021 fa dire a Davide Schioppa, founder e CEO, che l’obiettivo di chiudere il prossimo bilancio quello del 2021 – “a sette cifre” – è possibile. La content factory di podcast per le aziende è nata – dice – sfruttando quello che la pubblicità valorizzava meno, cioè le voci di attori e doppiatori e gli effetti speciali per scatenare l’immaginazione, con l’obiettivo offrire alle aziende e ai brand un alto tasso di memorabilità dei contenuti audio.
I numeri. Non sono altissimi, ammette Schioppa, “ma la qualità dell’ascolto è molto elevata, grazie a un rapporto confidenziale e forte come il suggerimento di un amico”, aggiunge. In un anno Podcastory ha prodotto più di 250 contenuti, con tre linee commerciali: publishing, entry level per chi si avvicina ai podcast; originals, serie semi-lavorate tra cui le aziende possono identificare contenuti allineati al proprio scopo; tailor made. La gran parte dei contenuti prodotti ricade proprio in questo ultimo ambito, insieme con l’offerta publishing, appena inaugurata, che sta dando ottimi risultati.
I branded content sono realizzati direttamente per le aziende – “sono il nostro primo touchpoint”, dice il CEO di Podcastory – ma anche in affiancamento con le agenzie creative e media. Gran parte dei contenuti è costituita da iniziative corporate, come il contest di Unipolis, la Fondazione di Unipol SAI sui temi dell’Agenda 2030 dell’ONU, la comunicazione istituzionale di Sorgenia o il racconto del mondo della ristorazione per Deliveroo, ma c’è anche un prodotto specifico corporate per la trasformazione delle newsletter in podcast e per la comunicazione interna, come Havas Media People, in cui l’agenzia media del Gruppo Havas si racconta agli stakeholder con le voci delle persone che ci lavorano.
La misurazione. Nell’offerta di Podcastory c’è spazio anche per la misurazione, in genere considerata un punto dolente dei podcast? “Ai nostri committenti forniamo i numeri degli ascolti, il profilo socio-demo degli ascoltatori, l’area geografica e piattaforme e dispositivi che utilizzano per ascoltare i podcast, ma stiamo lavorando per sviluppare un modello di analisi qualitativa”, spiega Schioppa, con una piattaforma proprietaria e un campione statisticamente significativo che i clienti possono utilizzare con survey e questionari insieme con i loro istituti di ricerca.
Alleato ClubHouse. Il tempo delle persone è una risorsa scarsa, si sa, ma per il CEO di Podcastory ClubHouse non è un concorrente, quanto un’opportunità. “Abbiamo una ricerca che mettiamo a disposizione del mercato e di tutte quelle aziende che sono pazze per ClubHouse e un’offerta dedicata per trasformare gli eventi sul social audio in contenuti on-demand di breve durata e con una solida curatela editoriale”, aggiunge, convinto che il social audio sia l’elemento di interazione che mancava al digital audio, anche in vista del prossimo sbarco di Facebook anche in questo territorio, e che rappresenti un’opportunità anche per le radio.