Dovrebbero essere Integral Ad Science, Double Verify e ComScore, tutte accreditate da MRC
Google ha annunciato di star lavorando con tre società indipendenti incaricate nello specifico di analizzare qualità e brand safety dei video e di aver migliorato i propri sistemi di machine learning per individuare e catalogare tali video all’insegna delle nuove linee guida.
Secondo Campaign le tre società sarebbero Integral Ad Science, Double Verify e ComScore, tutte e tre accreditate dal Media Rating Council.
Le nuove guideline penalizzano i video e i siti definiti ‘dangerous or derogatory content’, ovvero materiale di carattere discriminatorio nei confronti di genere, età, religione, orientamento sessuale oppure verso tipologie di persone in condizione di debolezza o disagiate come rifugiati, immigrati e senzatetto; contenuti che promuovono stereotipi negativi o si prendono gioco di fatti storici come l’Olocausto.
L’azienda ha dichiarato che sebbene non ci sia un sistema perfetto al 100% per controllare i contenuti generati dagli utenti (giusto per averne una misura ogni minuto vengo caricati video per 400 ore di visione) questo è un passo in avanti.
Google ha inoltre detto di aver velocizzato i tempi di individuazione e classificazione di quelli che violano le policy pubblicitarie; l’obbligo per gli inserzionisti di dichiarare se vogliono o meno pianificare video in live stream (meno controllabili) o con contenuti sensazionalistici; ha permesso ai brand escludere personalmente contenuti specifici su tutto il network video e display; varato una classificazione più precisa dei temi sensibili.
Ma JPMorgan non ha risentito della riduzione massiccia dei siti e canali pianificati
Tuttavia un’altra grana si affaccia all’orizzonte per Big G. La società finanziaria JPMorgan Chase ha dichiarato al New York Times, sulla base del confronto pre e post sospensione delle sue pianificazioni sulle piattaforme di Google, di non aver risentito in alcun modo del fatto che prima gli annunci venissero diffusi su 400mila siti al mese e poi solo su 5000 preapprovati.
L’azienda ha detto di aver visto lievissime variazioni sul costo delle impression o nella visibilità su internet delle campagne.
Da qui lo scetticismo verso i numeri fantasmagorici vantati dalle grandi piattaforme, attraverso l’affiliazione di centinaia di migliaia di siti minori, che in realtà contribuirebbero molto poco all’efficacia della campagna, con conseguenze inquietanti per tutto il sistema del programmatic adv.