Aziende e mezzi disposti al black out, ma senza rinvii. Il cda ha votato lo stop, ma tra 15 giorni si deciderà nuovamente il da farsi
Al termine di un cda dove si è discusso, e molto, sul come risolvere il possibile inquinamento del campione di rilevazione, causato da un banale errore umano (ieri era presente a Milano il numero uno globale di Nielsen), Auditel con un comunicato ha spiegato che continuerà nelle proprie attività di rilevazione dei dati di ascolto sulla tv ma, per un periodo di due settimane, “non renderà pubblici i dati prodotti riservandoli alle sole emittenti per analisi dei palinsesti”.
La società procederà nei prossimi mesi alla completa sostituzione dell’attuale campione di 5.600 famiglie (il costo dell’operazione verrà interamente coperto da Nielsen) e contemporaneamente proseguirà, come previsto, nel processo di allargamento del super panel di 15.600 famiglie (i due campioni usano meter differenti e quindi non è possibile travasare una parte del futuro super panel nel vecchio).
“Con una scelta di rigore – si legge in una nota stampa – Auditel utilizzerà questo periodo per approfondire, con il proprio Comitato Tecnico, tutti gli aspetti metodologici, con un’accurata serie di verifiche, a tutela del suo trentennale impegno di trasparenza e di affidabilità”.
Lo scenario tra 2 settimane è solamente ipotizzabile e per nulla certo. Uno stop di 15 giorni è tollerato, sia da parte delle concessionarie (Mediaset ha già comunicato che non accetterà uno stop più lungo) che dalle aziende: le pianificazioni per il periodo sono già state varate.
Ma se dovesse proseguire il blackout, le conseguenze si farebbero sentire sugli investimenti.
Nessuno si attende stravolgimenti nell’audience quotidiana, ma alle aziende non farebbe piacere investire senza una dato certo. Senza contare che dopo tale periodo le tv sarebbero tentate a mostrare ai clienti i loro dati.
