Coop e i suoi partner Avanade e Accenture hanno presentato le tecnologie che innovano l’esperienza d’acquisto nel Supermercato del Futuro allestito a Expo 2015, soluzioni avanzate e immediatamente applicabili. Ottima accoglienza da parte di un pubblico ‘affamato di informazioni’
Non uno show-room dove mostrare tecnologie futuribili, ma un vero supermercato dove si vendono prodotti veri e alla fine della giornata si conta l’incasso. Capace di raccontare nel frattempo come Coop vede il futuro della produzione alimentare.
Nella visita al Supermercato del Futuro teorizzato da Carlo Ratti, Direttore del MIT Senseable City Lab di Boston e realizzato a Expo 2015 insieme ai partner tecnologici Avanade e Accenture, Gabriele Tubertini, Direttore IT e Organizzazione di Coop, ha spiegato come l’intento fosse di presentare il meglio delle tecnologie del presente, soluzioni nel contempo avanzate, immediatamente fruibili e subito replicabili.
Senza andare a scomodare riconoscimento facciale e lettura della retina, anche per il più familiare Rfid il mercato non è ancora pronto, a partire delle aziende che sono ancora lontane dal mettere in commercio su larga scala prodotti dotati di tag.
Abbiamo quindi tavole digitali che funzionano grazie alla tecnologia Kinect, nata per il gaming e adattata a un nuovo contesto, maxi touch screen, analytics proiettate su un’enorme installazione che raccontano in tempo reale cosa si sta vendendo nel negozio e l’origine dei prodotti e presto, nelle prossime settimane, anche un’app che dialogherà con una ventina di beacon offrendo consigli personalizzati sui prodotti adatti allo stile alimentare dell’utente e più avanti offrirà esperienze di realtà aumentata.
L’effetto ‘wow’ non l’hanno avuto solo i visitatori che ogni giorno acquistano prodotti tipici italiani e snack, ma anche le aziende. «Visitando lo spazio i nostri clienti si rendono conto che le innovazioni non solo lontane ma qui, in mezzo a noi, e che le persone sono più che pronte ad accoglierle – ha spiegato Stefania Filippone, Consumer Goods and Retail Lead Avanade – Tra crisi e difficoltà di varia natura molte avevano ridotto gli investimenti, ma vedere dal vivo un’installazione di queste dimensioni che funziona cancella lo scetticismo».
Del resto i trend dimostrano come l’impatto del digitale nel commercio tradizionale e il mashup tra digital e mondo reale è sempre più importante, come ha illustrato Juan Gutierrez Botella, EALA Director Retail di Avanade (scarica la presentazione). «I retailer possono rispondere assecondando tre variabili: wherever e whenever, sempre e dovunque; velocizzando le operazioni, ottimizzando la customer experience e riducendo i costi; digitalizzando il negozio, in modo facile e appealing».
DA UNO SPAZIO ORIENTATO ALL’EFFICIENZA A UNO PENSATO PER LA SOCIALITA’
Prima di tutto, lo spazio è stato ridisegnato rinnovando la classica organizzazione del supermercato: il magazzino è immediatamente al piano di sotto, soluzione che velocizza il riassortimento (doveva avvenire automaticamente ma non è stato possibile), molto più rapido e razionale grazie anche all’uso di un’app dedicata al personale di vendita. Gli scaffali sono stati quindi abbassati per assomigliare a quelli del mercato rionale. Inizialmente il riassortimento. «Grazie alla tecnologia si riesce a recuperare la socialità, valore che è andato perduto in nome dell’efficienza» ha spiegato Tubertini. Anche l’esposizione dei prodotti è stata rinnovata: invece che la categoria merceologica, il fil rouge è la filiera di produzione, dal prodotto fresco a quello più o meno lavorato (frutta, vino/cereali, birra/verdura, minestre), un’idea proveniente dal contest che Coop organizza ogni anno per i dipendenti.
RACCONTARE UNA STORIA. Le tavole digitali poste sopra i banconi, accessoriate con sensori Kinect (circa 200 in 1000 mq), riconoscono i movimenti del cliente e offrono istantaneamente le informazioni su provenienza, ingredienti e allergeni dei circa 1600 prodotti in vendita creando un’etichetta aumentata. «Circa 850 sono a marchio Coop, i restanti sono delle aziende di marca che hanno creduto nel progetto e tutte hanno attivamente collaborato nel fornire le informazioni richieste, anche quelle più gelose della ricetta dei loro prodotti – ha aggiunto Tubertini -. Quando si fa la spesa, la trasparenza diventa un fattore ineluttabile. I visitatori, dal canto loro, sono letteralmente assetati di informazioni e – a parte la meraviglia per la tecnologia – si sono dimostrati molto attenti ai contenuti proposti».
ROBOT TUTTOFARE. Il robot Yumi, invece, solleva il personale di vendita dalle attività a basso valore aggiunto – come impacchettare la frutta – permettendogli di recuperare la dimensione sociale della relazione con il cliente, consigliandolo sui prodotti, “un po’ come i negozianti di fiducia di una volta trasmettevano conoscenze ed esprimevano competenze”.
IL PACKAGING DAL 2020 AL 2050. Insieme ad aziende come Amadori, Coop ha quindi mostrato come il packaging evolverà nei prossimi anni inaugurando nuove categorie di mercato nel campo dei cibi pronti. Negli espositori (ma non in vendita), si spiega come gli insetti potranno assorbire la sempre crescente domanda di proteine.
BIG DATA. Infine sulla parete sopra le casse, come fosse un’enorme installazione, le analytics che di solito circolano solo tra gli addetti ai lavori sono presentate al pubblico sottoforma di infografica raccontando in tempo reale cosa si sta vendendo e la provenienza del prodotto.