Si allunga la lista delle aziende Usa che parteciperanno – in luglio – al boicottaggio lungo un mese di Facebook e Instagram per protestare contro la tolleranza della piattaforma nei confronti dell’hate speech.
Il movimento di protesta ha preso il via poche settimane fa con un post di Elijah Harris, VP of paid social di IPG Mediabrands, e le azioni intraprese da Media Matters of America per obbligare Facebook a una maggiore presa di responsabilità nella moderazione dei contenuti.
Anche P&G prenderà in considerazione l’idea di togliere i suoi investimenti pubblicitari alla piattaforma nel caso in cui Facebook – così come altri social, network, canali e programmi – non mantenesse la promessa di evitare contenuti discriminatori, denigratori o di incitamento all’odio, come ha puntualizzato il Global Brand Officer Marc Pritchard.
La campagna #StopHateForProfit è stata lanciata da Sleeping Giants – attivisti online che da un paio d’anni avvisano i brand delle loro pubblicità in contesti per niente safe – in collaborazione con diverse organizzazioni per i diritti civili con l’obiettivo di chiedere a Facebook di prendersi la responsabilità per come permette e guadagna dalla circolazione di razzismo e disinformazione.
Brand e aziende che si uniscono alla campagna di boicottaggio metteranno in pausa per 1 mese i loro investimenti pubblicitari su Facebook (che dalla pubblicità estrae oltre il 70% dei ricavi): tra le ultime adesioni anche quelle di Mozilla Foundation, Magnolia Pictures e dell’agenzia Goodby Silverstein, che fa capo a Omnicom Group.