I servizi legati alla ricerca e all’analisi dei dati raggruppati sotto la sigla Kantar valgono ormai quasi quanto i servizi creativi delle agenzie che fanno capo alla holding WPP. In vista nuove acquisizioni per crescere nel business del knowledge e dell’intelligence
È stato inaugurato ieri ad Assago il nuovo polo di WPP dedicato ai big data.
Battezzato Kantar Building dalla sigla dedicata a ricerche e intelligence, riunisce tutte le società del gruppo che si occupano di ricerche di mercato e raccolta, analisi, gestione ed elaborazioni di dati e informazioni riguardanti i consumatori e i clienti delle aziende. In Italia, il polo dei big data di WPP comprende oltre Kantar con le sue divisioni Health, Media e Retail anche TNS, Millward Brown e Lorien Consulting.
Il Kantar Building, che raggruppa il segmento ricerche e lo avvicina ad altre strutture di WPP che hanno già sede ad Assago – ma a una fermata di metropolitana di distanza –, ospita oltre 270 professionisti che gestiscono complessivamente più di 100 clienti per un giro d’affari complessivo di 60 milioni di euro nel 2015 e in crescita nel 2016.
Kantar Building “rappresenta per noi un punto di partenza e, allo stesso tempo, di arrivo di un percorso per strutturare e avvicinare le società del gruppo e offrire ai clienti informazioni e competenze integrate”, ha spiegato Luca Belloni, chairman Kantar Italia, aggiungendo che, nonostante la digitalizzazione crescente, la vicinanza fisica rende la collaborazione più facile e veloce.
La riunificazione – anche in termini di lay-out d’immagine – sotto l’ombrello Kantar rappresenta soprattutto un nuovo modello organizzativo, che abbatte i silos per integrare tutti i dati usati dal gruppo WPP all’insegna della “uncondition collaboration, dove anche gli spazi interni sono mobili, non esistono uffici chiusi, ogni schermo è portatile”, ha sottolineato Federico Capeci, Chief Digital Officere & CEO di Kantar TNS e CEO di Kantar Millward Brown.
L’obiettivo è servire meglio i clienti, ciascuno dei quali ha un project leader dedicato e in grado di coordinare gli apporti di ciascuna divisione integrando così visioni consumer con quelle più specialistiche. Già ora, più della metà dei clienti si avvale della collaborazione di più sigle in contemporanea e la misurazione dei risultati è ormai compresa di default in ogni progetto di PR e media relation di altre società WPP come Burson-Marsteller.
Quanto ai big data, “sono la vera sfida” ha detto Capeci, nel senso che sono talmente tanti da non riuscire a stargli dietro. Per questo Kantar da una parte sta coltivando i suoi data scientist, con la partnership nel primo master in big data avviato dalle università Bicocca e Bocconi, e dall’altra punta sulla visualizzazione, anche con l’ausilio di Paolo Ciuccarelli del Density Design del Politecnico di Milano.
Il valore dei servizi di Kantar, già pari oggi a quello dei servizi creativi del gruppo WPP, è destinato a crescere ulteriormente: Capeci ha infatti annunciato che “si preparano acquisizioni per portare in Italia altri brand Kantar”, in particolare quelli nel sistema della consulenza. Il modello è quello adottato con Kantar Retail, nato proprio dall’acquisizione nel 2014 della bolognese XTEL leader nei software per l’automazione delle vendite per le aziende del largo consumo.
Nel corso di questo mese, inoltre, sarà presentato KM +, piattaforma proprietaria e cross-mediale di Kantar Media per il monitoraggio e la valutazione dei media.