Dalla macroeconomia alle micropillole di teologia, il Summit Upa lancia idee forti per svoltare la crisi. Ospiti nella prima mattina di lavoro Francesco Giavazzi, economista all’Università Bocconi, Dominique Moisi, geopolitologo e writer, Elmar Salmann teologo e filosofo, e Martin Sorrell, ceo di WPP. Nel pomeriggio le conferenze con Marc Augé, antropologo, Antonio Campo Dall’Orto, vice presidente esecutivo Viacom International Media Networks, Carlo D’Asaro Biondo,presidente Operations SEEMEA di Google, Carlo Freccero direttore di Rai4, Giuseppe Richeri docente di economia dei media dell’Università di Lugano, Matthew Weiner, sceneggiatore e produttore della serie televisiva Mad Men
Idee forti per uscire dall’affanno del breve periodo, per guardare oltre questa crisi che prima o poi, come tutte le crisi, finirà. Questa la chiave di lettura del Summit Internazionale di Upa, l’associazione degli utenti pubblicitari italiani, in corso anche stamattina a Milano. «La favola è finita, anche se ce lo siano nascosti per troppo tempo, e in tempi difficili occorrono pensieri e voci forti» ha così introdotto i lavori della mattinata, dedicata allo scenario macroeconomico, il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi rivolto alla platea di oltre 400 investitori pubblicitari. Advertiser che rappresentano il 90% degli investimenti in comunicazione, 16 miliardi all’anno, “che rappresentano 16 miliardi di neuroni che vanno a innervare il sistema dei media, attivando un mercato pari al 15% del Pil nazionale”.
«Peccato che un incubo stia travolgendo la classe media, e chi meglio lo ha raccontato è stato Gordon Gekko. Il mercato perde a doppia cifra. Oggi resistiamo, ma bisogna ricordare che troppo rigore può essere una terapia che più che guarire intossica. Per superare le difficoltà dobbiamo ritrovare l’entusiasmo e adottare il motto delle streghe del Macbeth: “rifletti, riorganizza, rilancia”. La crescita è azione immediata, efficace, creativa».
Da qui la proposta al governo di trasferire una parte degli incentivi dispersi in comparti non strategici nella nascita di nuove imprese pensate e guidate da giovani che operano in settori all’avanguardia. Un esempio è la ST di Agrate Brianza, che con i suoi sensori inerziali sta conquistando il mercato mondiale dell’elettronica. E qui il discorso ritorna di nuovo sul mancato sviluppo della banda larga. E diventa invito al sistema dei media a reinventarsi: «La tv se vuole restare al centro del panorama mediale deve cambiare direzione, tornando pioniera nei contenuti e accettando il meticciato col web. E anche la stampa, in un mondo che passa la giornata a condividere le notizie sui social media, deve cominciare a considerare questi come una potenziale fonte di ricavi. Se l’Italia vuol tornare a crescere – ha concluso Sassoli – deve darsi una nuova prova d’orchestra in cui i musicisti non si picchino, e ciascuno di loro sia conscio di far parte di un’armonia, dove la differenza dei caratteri faccia sprizzare le scintille della sfida e la reciproca comprensione accenda lampi di verità».
Elmar Salmann, teologo e filosofo
Dio c’è ma non sei tu, quindi rilassati. L’uomo economico accetti la contingenza
L’uomo europeo nato nel 18° secolo è per sua natura democratico, economico e pubblicitario. Un uomo iperattivo, ipereccitato, in una società isterica pompata dai superlativi della pubblicità. Questa la riflessione antopologica, condita di ironia, da parte del teologo e filosofo Elmar Salmann. «Economia e teologia si illuminano a vicenda tra ironia e tragedia. In questa società relativista che senso ha il concetto di valore? E’ quello che stabiliscono le agenzie di rating, la prima delle quali è stato il serpente di Adamo ed Eva? E quello che la pubblicità promette ma non può mantenere? L’uomo tende alla perfezione ma è strapazzato continuamente dalla contingenza, dalla limitatezza del suo vissuto. Non tiene il passo con quello che da lui l’economia pretende, nel tentativo di costruire una nuova torre di Babele». Come uscirne? Accettando la limitatezza come una benedizione difficile. E rilassandosi, perchè “se Dio c’è, comunque non sei tu”.
Martin Sorrell, ceo di Wpp
Il mondo dopo Lehman Brothers
«Il mondo è cambiato il 12 settembre 2008, con il crollo di Lehman Brothers. E quando abbiamo capito che il mondo non era finito la vita è ripresa una velocità diversa: le aziende devono imparare ad interpretare il cambiamento in un’ottica mondiale». Così Martin Sorrell, ceo di Wpp, che ha presentato 10 tendenze per l’economia globale. «Il mondo si sta spostando verso est, ma anche l’America Latina sarà un centro di potere economico. Vedremo sempre più concentrazioni, con i piccoli business assorbiti dai grandi player. Il digitale sarà sempre più determinante, e in questo panorama è Google l’azienda con più potenziale, vi abbiamo speso 2 miliardi nei primi 5 mesi, mentre Facebook è solo un ottimo strumento di branding. Stanno avanzando lo shopper marketing e la comunicazione interna, e sopra tutti la responsabilità sociale».
Dominique Moisi, geopolitologo istituto francese per le relazioni internazionali
L’Europa è modello di pace sociale
Il baricentro del mondo si sta spostando a est, e la Cina si sta preparando a riscuotere tributi alla sua importanza geopolitica. Tuttavia è ancora l’Europa che fa scuola. Non l’Europa arrogante e colonizzatrice dell’800, ma quella che è maestra di riconciliazione, pace sociale e capitalismo dal volto umano. I cinesi vengono in Norvegia a studiare il nostro modello sociale. Solo comprendendo i suoi punti di forza, l’Europa può ricominciare ad avere speranza. Questa la posizione di Dominique Moisi, geopolitologo dell’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali. «La nostra storia ci unisce, con tutte le nostre diversità. E’ da questa che nasce la creatività, quella che ci rende eccellenti nei beni di lusso. Bisogna aver fiducia nell’identità che abbiamo perso, e cogliere le nuove opportunità alla luce del cambiamento».