Marco Magnaghi, Chief Digital Officer Wavemaker Italy, ha commentato con BrandNews lo scenario sull’evento realizzato dall’agenzia con indicazioni utili per i marketer e 10 tendenze
Ridimensionato nel numero di espositori – quasi la metà dell’edizione 2020 – lo show della tecnologia in versione all digital ha però recuperato in concretezza e vicinanza ai consumatori, con una visione più ampia sul futuro, molte ibridazioni e tanta integrazione.
Wavemaker Global ne ha tratto uno scenario con indicazioni utili per i marketer e 10 tendenze, Marco Magnaghi, Chief Digital Officer Wavemaker Italy, lo ha commentato con BrandNews. “Anche se si sono visti meno espositori erano comunque quasi 2mila, un bel numero, ma la cosa più interessante è che quest’anno abbiamo visto la tecnologia che diventa centrale nella vita quotidiana, come è accaduto a tutti noi nei mesi di lockdown”.
Meno gadget e più aiuto concreto alle persone, come testimoniato dall’abbondanza di tecnologia health care ispirata alla pandemia, e anche meno caos rispetto al passato, il CES 2021 ha in qualche modo fornito una visione più proiettata sul potenziale futuro. “Quello che mi ha colpito più di tutto sono stati i prodotti tecnologici che guardano al futuro, ibridi e dalle molteplici applicazioni, come gli schermi OLED trasparenti: belli in casa, ma penso già a quali usi se ne possano fare anche fuori casa, schermi che separano, ma non nascondono e si integrano nei contesti più diversi”.
Integrazione intuitiva. Wavemaker Global ha identificato come tema chiave di CES 2021 l’integrated intuition, suggerendo ai marketer di lavorare in questa direzione, spiega Magnaghi, ovvero la capacità di connettersi con i consumatori attraverso le piattaforme che utilizzano in modo quasi invisibile. “Le persone non hanno tempo e voglia di mettersi a studiare come funzionano le cose, inseguendo un’evoluzione tecnologica che va veloce, vogliono accedervi subito, senza complicazioni. Ampliando lo sguardo, significa puntare all’interoperabilità e a un web più aperto in cui i walled garden non sono più isolati da muri invalicabili, ma sono in qualche modo connessi tra loro”.
Quanto è distante l’Italia dal CES 2021? “Sono ottimista: il nostro ritardo storico non dico che sia stato colmato del tutto, ma il divario si è ridotto. Certo, la banda larga è ancora poco diffusa e il parco televisori si può svecchiare ulteriormente, ma il cambio di standard di trasmissione nel 2022 porterà altri cambiamenti, così come la diffusione del 5G che sarà adottato anche da smartphone di fascia media”.
Perché il CES è sempre più un motor show? “E’ un’attrazione crescente che ho osservato anche io e credo che dipenda non solo dalla visibilità, ma anche dal fatto che l’automobile diventerà un canale come tanti altri in cui – a lungo termine, quando la guida autonoma sarà diffusa – si potrà lavorare oltre che guardare film come nel salotto di casa e la fruizione da passiva diventerà attiva”, commenta Magnaghi, secondo il quale assisteremo a una convergenza delle tecnologie e contenuti e un’ibridazione sempre più spinta tra mondo mobile e automotive.