A un mese del SXSW Interactive Festival 2013, Massimiliano Ventimiglia – fondatore e ceo di H-Art – e Matteo Sarzana – general manager di VML – presentano gli insight più interessanti presso la sede milanese di Y&R Brands. Perché, come introducendo l’evento ha detto Massimo Costa, country manager di Wpp Italia, “le cose digitali oggi avvengono naturalmente, ma in Italia tanto se ne parla poco se fa”.
Alle aziende il messaggio che oggi il digitale non deve essere considerato più un’estensione e che ormai lo shift verso il social è completato. E’ quindi il momento di considerarlo in modo più profondo, non solo per generare coinvolgimento ma per ottenere e interpretare dati capaci anche di predire il comportamento del pubblico.
Di seguito i punti principali della presentazione di Sarzana e Ventimiglia
REAL TIME MARKETING. Non da intendere come pianificazione ma in una dimensione social che impone alle aziende di rivedere la loro strategia alla luce della velocità in cui avvengono oggi le comunicazioni. Ovvero in tempo reale. Una congiuntura ricchissima di opportunità per i brand da cogliere per raccontare la propria offerta nel contesto di eventi live e televisivi. Due casi dalla notte degli Oscar: il retailer JCPenney quando Jennifer Lawrence è inciampata ha proposto un post su Facebook in cui consigliava un paio di banalissime infradito anche a chi è solita portare tacchi vertiginosi. Battuta apprezzata e condivisa più volte. Anche Nintendo ha ottenuto numerosi retweet di un messaggio da parte del draghetto del videogame Super Mario Bros che protestava per la mancata vittoria di Ralph Spaccatutto. Fatti che dimostrano come con autenticità, creatività e autoironia si possano ottenere numerosi contatti quasi gratuitamente. Un’opportunità low cost per aziende che non hanno budget per spazi media tradizionali, ma che necessita di una strategia rigorosa. Non mancano infatti gli #EpicFail.
TWITTER AND TV. Quando le persone guardano la tv o assistono a un evento, le conversazioni si sono ormai spostate sui social media. Succede per eventi live, partite, serie tv e anche per i canali di streaming come Netflix. Il concetto è che la conversazione succede là: un fatto cruciale per i brand sia media che non. Per i media brand perchè tutti i contatti social sono contatti veri e attivi, capaci di dare più valore (e quindi aumentare il prezzo) agli spazi pubblicitari; i brand in generale possono invece avvalersi dei modelli di interazione (patterns) che si ripetono sulla base di quel che passa in tv e agire quindi con azioni di opportunistic real time marketing. Non ultimo, per i media brand è come avere a disposizione un plotone di produttori e sceneggiatori pronti a dare feedback su qualità e coinvolgimento di una produzione televisiva.
DIGITAL IS PHYSICAL. Parlando di digitale, spesso lo si associa a qualcosa di astratto. Invece gran parte delle presentazioni hanno riguardato oggetti che si possono usare nella vita di tutti i giorni: ad esempio la forchetta che avverte se mangiamo troppo velocemente, sistemi per correggere la postura mentre si lavora. I brand che agiscono nella produzione di contenuti e di servizi avranno modo attraverso questi prodotti di proporre gli uni e gli altri in modo trasparente, raccogliendo dati che saranno utili per prevedere il comportamento degli utenti. Quello della predittività (feed forward) è in molti ambiti uno dei temi ricorrenti.
DATA LAYERS. Di fronte a servizi ritenuti utili, cade anche il concetto tradizionale di privacy. Gli utenti infatti – con i limiti del caso – sono infatti propensi a cedere dati su di sè se ritengono un servizio utile, se si sentono coccolati dalla marca che offre prodotti tarati sui loro personali bisogni.
Note:
Per approfondire gli insight per le aziende tratti da SXSW 2013 leggi su Brand News anche l’intervista a Pepe Moder, global digital marketing director di Pirelli.
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