Il presidente Upa ha chiesto “trasparenza perche’ i diritti di negoziazione restano di un’opacita’ intollerabile”
Rispetto al -5% di pochi mesi fa, Upa abbassa la stima degli investimenti pubblicitari per l’anno 2012, portandola a -7,5%. Stima ottimista che conta su un recupero per il secondo semestre, dovuto anche al confronto con gli ultimi mesi del 2011 decisamente poco attraenti, che se non ci sarà porterà a un calo a due cifre.
«In pratica il mercato perderà tra i 600 e i 700 milioni di euro – ha spiegato Lorenzo Sassoli de Bianchi a margine del Summit Upa – e passerà da circa 9 miliardi a 8,2-8,3. Speriamo in un recupero nel 2013, quando vedremo i frutti dei sacrifici di oggi: i bilanci delle aziende sono in positivo e i risparmi degli italiani prima o poi si trasformeranno in consumi». Andando a guardare i dati mezzo per mezzo, vediamo il segno positivo solo davanti al web che cresce del 12%, mentre per le radio è -5%, tv -8%, quotidiani -11%, periodici -13%, outdoor -155, cinema -25%.
Tutti i settori hanno ridotto gli investimenti: oltre al grande calo dell’alimentare, con le multinazionali che investono in altri paesi, sono scesi gli investimenti anche da parte delle tlc, con un mercato saturo. Le auto, nonostante i bassi consumi, non hanno spostato più di tanto le cifre, ma solo perché molto piccole rispetto ai fatturati. Dalla finanza buoni segnali, dovuti più che altro all’aumento di capitale di Unicredit».
Interrogato sul rapporto con AssoComunicazione, Sassoli ha confermato il costante e quotidiano dialogo tra le due associazioni, ma sugli aspetti economici è responsabile la singola azienda.
Dal discorso di apertura è venuto un nuovo appello alla trasparenza e alla lealtà tra cliente e agenzia: «Se rinuncio alla gara è solo perché ho scelto un partner affidabile con cui condividere la strategia a monte, perché a valle sarebbe tardi. Come corrispettivo di una duratura alleanza ci aspettiamo uno sforzo di trasparenza, perché i diritti di negoziazione restano di un’opacità intollerabile per l’intero sistema. Una partnership nel lungo periodo non può che tradursi in campagne che rispettino il delicato equilibrio tra lenostre esigenze aziendali e quelle dei consumatori, una comunicazione che esca dal banale quotidiano».
A margine del Summit Upa, il polso del mercato secondo tre fra le maggiori concessionarie di pubblicità
Angelo Sajeva, Mondadori Pubblicità
«La situazione continua ad essere negativa, tranne che per il web. Maggio ha dato buoni risultati grazie al rilancio di Panorama, ma giugno per la periodica è stato negativo tranne che per alcune inziaitive speciali come l’experience store di Donna Moderna, iniziativa B2C che ci ha garantito ricavi importanti. Siamo a un giro di boa, e tutti i settori sono in calo. Ci aspettiamo risultati migliori per il secondo semestre, un po’ per il fatto putamente tecnico che gli ultimi mesi dell’anno scorso sono andati male, quindi il confronto sarà meno duro, e poi per i rilanci in vista di Flair, Sorrisi e Canzoni Tv e Grazia».
Massimo Ghedini, A.Manzoni&C
«Pubblicheremo la semestrale il 20 luglio, ma posso dire che per il secondo semestre le prospettive sono incerte, ma ci misuriamo con cifre più basse visto che negli ultimi mesi del 2011 il mercato ha rallentato tantissimo. In Manzoni,dopo l’uscita di Fabio Vaccarono (nominato country director di Google Italia pochi giorni fa), c’è continuità visto che la attuale squadra è entrata insieme a lui due anni fa. Gioca a nostro favore l’essere la concessionaria più multimediale, forte sui quotidiani, radio, nel digitale e presnete anche sulla tv. La creatività inoltre ci aiuta: a nuovi e solidi progetti speciali sta lavorando Flavio Martucci, che era direttore creativo di Leo Burnett.
Raimonzo Zanaboni, Rcs Pubblicità
«Il mercato è ancora sotto in modo importante, con le azienze che hanno concentrato gli investimenti sui mercati esteri trascurando il mercato italiano. Una situazione molto pericolosa: anche se siamo in una crisi di consumi, se le aziende non coltivano la loro posizione con adeguati investimenti si troveranno in una situazione ancora peggiore.
Numerose case study dimostrano che molte aziende hanno invece ottenuto ottimi risultati investendo sui sistemi editoriali.