GfK Eurisko spiega come la crisi sta incidendo sui progetti di sostenibilità e come valorizzare quelli esistenti
I progetti sostenibili, di aziende e consumatori, sono schiacciati dalla crisi, ma ciò nonostante i significati extra-economici non scompaiono del tutto. La variabile prezzo è centrale, ma ci sono anche tanti temi culturali che contribuiscono a creare la sensibilità di consumo, soprattutto di quel quasi 30% di italiani che ha incorporato i valori della sostenibilità ambientale e sociale. E se le aziende hanno assorbito la sostenibilità a livello corporate, sono però ancora in forte ritardo nel trasferire questi valori al marketing, mentre è ancora troppo forte la distanza dal dire al fare e troppo diffusa la pratica di greenwashing.
Così, secondo GfK Eurisko, che ieri a Milano ha spiegato alle aziende come e quanto la crisi stia incidendo sui progetti di sostenibilità, con il contributo di AssoCasa che ha raccontato il punto di vista dell’industria della detergenza, e di Renault, con la case history ZE, ovvero la mobilità 100% elettrica, e la sua filosofia ‘planet centrica’. «Le marche devono saper ‘raccontare’ la sostenibilità, per costruire consapevolezza; devono emozionare, non solo razionalizzare; facilitare l’azione e il fare sostenibile; condividere, elaborando con i cittadini nuove pratiche; inventare nuovi modi, anche divertenti, per raccontare creativamente la sostenibilità», ha spiegato Paolo Salafia, department manager di Gfk Eurisko. Perché, ha sottolineato Giuseppe Minoia, “desideri e consumi non sono scomparsi, ma hanno nuove configurazioni alla ricerca di valori e funzioni che facciano vivere bene”.