La realizzazione del 20mo Osservatorio Altagamma coincide con la ripresa dei consumi mondiali di alta gamma, in crescita rispetto al 2020 e in recupero anche sul 2019.
Merito della solidità del mercato cinese, dove non mancano però alcune criticità, l’incremento della spesa locale in Usa, il ri-innamoramento dell’Europa per il lusso e la forza dei canali digitali.
Una ripresa a ‘V’, più veloce del previsto che secondo le stime Bain porterà l’industria dei beni di lusso personali a chiudere il 2021 a quota 283 miliardi di euro, proiettandosi verso i 360/380 miliardi nel 2025, con una crescita tra il 6 e l’8% annuo.
Il più grande mercato del lusso, che comprende sia prodotti che esperienze, invece non è ancora tornato ai livelli del 2019 – il turismo ancora in sofferenza incide molto sulla crescita -, ma “il desiderio di tornare alle esperienze è altissimo”, ha detto Claudia D’Arpizio, Senior Partner Bain & Co e autrice dello studio.
L’Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2021 stima una crescita del comparto globale a 1.140 miliardi, con un recupero di circa metà delle perdite subite nel 2020, mentre l’Altagamma Consensus 2020, realizzato con il contributo dei maggiori analisti internazionali, vede nel 2022 una crescita più organica e positiva e a doppia cifra (+11%) anche se non veloce come nel 2021.
I cambiamenti lasciano il segno non solo sui conti: non più solo status, loghi ed esclusività per l’alto di gamma, ma una crescente presa di consapevolezza della responsabilità sociale e culturale delle aziende del lusso. D’altra parte, oggi gli under 40 generano il 60% del mercato con un fortissimo ricambio che fa crescere fenomeni come il second hand, ormai arrivato a 33 miliardi di euro (+165 nel 2021 vs 2017). Nella descrizione di D’Arpizio cambiano anche categorie e segmentazioni: le prime, dice, non sono più rilevanti perché oggi i brand sono punti d’accesso multi-prezzo e i secondi sono sempre più sfumati.
Raddoppia il valore dei canali online: dopo un balzo del 50% nel 2020 rispetto al 2019 il canale online non si è più fermato mettendo a segno nel 2021 una crescita del 27% con un valore di mercato stimato a 62 miliardi di euro quest’anno. I brand vogliono avere maggiore controllo su tutti i punti di contatto con i consumatori e infatti i domini .com dei brand sono cresciuti del 40%, mentre l’85% degli acquisti di lusso è influenzato in qualche modo da interazioni digitali. L’online, insieme al monobrand, è stato il canale chiave per la ripresa nel 2021 e lo sarà anche per la crescita a medio termine, ha ricordato D’Arpizio, sottolineando il grande fermento del lusso tra NFT e gaming.
Anche nella distribuzione, rileva l’Altagamma Consensus, il digitale è previsto mantenere la sua forza espansiva, nonostante la riapertura dei negozi, con una crescita del 15% contro il 9% dei negozi
Fare sistema è l’imperativo per le aziende italiane del lusso, ha ricordato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, “perché c’è sempre più compenetrazione tra settori diversi”, dall’automotive al food, e “alleanze, collaborazioni e co-branding sprigionano spesso un’energia positiva”, ma anche per proteggere asset preziosi come il saper fare artigianale e il legame con i territori e difendere un comparto che vale il 7,4% del PIL italiano.