Quasi 7mila utenti hanno risposto al questionario, raccolto attraverso il settimanale Oggi e il sito oggi.it, su ‘Qualità della vita, informazione e prodotto di marca’, tema della ricerca avviata dal settimanale diretto da Umberto Brindani in collaborazione con Centromarca e giunta alla terza edizione.
L’analisi delle risposte, condotta dall’istituto di ricerca More, conferma un approccio all’acquisto sempre razionale, “ma sembra essersi riattivata una dimensione di piacere nel consumare”, ha commentato il CEO di More, Giovanni Scibilia, presentando i dati emersi.
I rispondenti, in grande maggioranza donne (72%), hanno inserito tra gli indicatori della qualità della vita la salute, un lavoro che piace, la sicurezza del luogo in cui si vive e le buone relazioni personali.
Quanto al rapporto tra qualità della vita e marche di qualità nei quattro settori analizzati – food, cura della persona, cura della casa ed elettrodomestici/elettronica di consumo – i rispondenti hanno riconosciuto alle marche, seppure in maniera variabile a seconda del settore merceologico, competenza, esperienza, prezzo adeguato, unicità, lungimiranza e qualità delle materie prime.
Alle marche, il campione dei lettori di Oggi chiede però anche una maggiore capacità di relazione con i clienti, di condivisione e co-creazione, attenzione alla sostenibilità ambientale e una maggiore ricerca estetica. Se è vero che torna il piacere di fare shopping (37% contro il 27% dell’edizione 2014 dell’indagine) è anche vero che il 59% dei rispondenti dice di essere sempre attento al rapporto qualità-prezzo, di confrontare varie alternative, di informarsi bene prima di effettuare l’acquisto e di essere disposto a pagare di più per un prodotto che lo soddisfi.
Avvicinare il mondo della marca a quello dell’editoria, soprattutto quella cartacea, è uno dei primi obiettivi dell’operazione, ha spiegato Brindani, ribadendo la volontà di tutto il gruppo editoriale di fornire agli investitori di pubblicità un’alternativa efficace alla TV proprio grazie a quella relazione di fiducia tra testata e target che si traduce in una maggiore efficacia della pubblicità.
Concetto rafforzato ulteriormente da Raimondo Zanaboni, Direttore Generale Advertising & Communication Solutions del Gruppo RCS, citando la ricerca The Halo Effect di comScore secondo i cui risultati fare pubblicità su brand editoriali premium ha un’incidenza sul valore della marca maggiore del 67% rispetto ad altri brand.