La Commissione Europea ha ha pubblicato i risultati del Digital Economy and Society Index (DESI) che misura l’andamento complessivo dei paesi europei in fatto di trasformazione digitale.
La buona notizia è che quest’anno ogni Stato membro ha compiuto dei progressi in tutte le aree misurate dall’indice, quella meno buona è che l’Italia continua ad andare a rilento. Ma l’accelerazione imposta dalla crisi coronavirus, che ha dimostrato quanto siano essenziali le tecnologie digitali, lascerà sicuramente il segno. “I dati che pubblichiamo mostrano che l’industria sempre più sta utilizzando soluzioni digitali. Abbiamo bisogno che ciò accada anche per le piccole e medie imprese e che le più avanzate tecnologie digitali siano distribuite su tutto il tessuto economico”, ha commentato Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno.
Le prime posizioni del DESI sono sempre ricoperte da Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi, indicando come la leadership digitale non dipenda dalla complessiva dimensione economica del paese, ma dalla volontà di accelerare la trasformazione digitale e che quindi tutti i paesi UE, se lo volessero, potrebbero approfittarne. L’Irlanda, per esempio, negli ultimi 5 anni ha fatto grandi progressi, e così pure Malta e Spagna, le cui performance sono oggi sopra la media UE, media in cui è inclusa anche l’Uk, essendo i dati riferiti al 2019
L’Italia e le 5 aree digitali. La Connettività è l’unica area in cui l’Italia raggiunge la media UE e dove progredisce di più, passando dal 12mo posto dell’edizione precedente al 17mo: la banda larga raggiunge il 60% delle famigli, la copertura veloce l’88%, il 4G il 97% e la preparazione al 5G ha raggiunto quota 60%, al di sopra della media europea. In fatto di Capitale Umano il paese è invece arretrato di 2 posizioni (da 26mo a 28mo) con il 42% della popolazione in possesso delle competenze digitali di base, il 22% a un livello superiore, mentre gli specialisti di tecnologie informatiche sono il 2,8% (le donne l’1%) e i laureati l’1% contro la media UE del 3,6%. Nell’Uso dei servizi internet la posizione rimane sempre la 26ma, con il 17% degli individui che non ha mai usato internet (media UE 9%), il 74% di utenti internet (media UE 85%): da notare che gli italiani superano la media solo in fatto per l’uso di videochiamate (65% degli utenti internet vs. 60%).
L’Integrazione delle tecnologie digitali registra un passo avanti, dalla 23ma alla 22ma posizione, con un punteggio di 31,2 contro la media di 41,4, crescita dovuta solo alla maggiore quota di imprese che utilizzano i social media (22%). Sempre stabile al 10% la quota di PMI che vende online e all’8% la quota di fatturato delle PMI da eCommerce. Ferme al 6% anche le vendite cross-border. Appare migliore la situazione dei Servizi pubblici digitali, anche se la posizione è la stessa dell’anno scorso (17ma), al di sotto della media, ma con un punteggio che cresce e si avvicina alla media UE, anche grazie all’aumento dei pagamenti elettronici a favore della PA.