Profonda crisi economica da una parte, alto incremento nella fiducia dei lettori dall’altro
Un anno dopo l’inizio della crisi sanitaria, il covid continua a proiettare la sua ombra anche sull’industria della stampa, accelerando la scomparsa di numerose testate indipendenti e locali, mentre i nuovi modelli di business, dagli abbonamenti alle membership crescono ma ancora non bastano a compensare la perdita di ricavi.
Il paradosso, nota il Reuters Institute nel report Digital News 2021 è che lo stesso coronavirus ha dimostrato ampiamente il valore di un’informazione accurata e affidabile, ancor di più nel momento in cui in gioco ci sono vite umane.
Non solo è cresciuta la fiducia delle persone nei media in generale e nella carta stampata, ma si è ampliato il divario tra mezzi di informazione (44%) e social media (24%).
Le sfide. Questa 10ma edizione del report è basta su dati provenienti da 46 mercati, coprendo quasi metà della popolazione mondiale, e accende un faro sulle sfide chiave che l’industria dell’informazione si trova ad affrontare in un momento di profonda incertezza e rapidi cambiamenti.
Tra le principali evidenze, il report sottolinea che in molti paesi, in particolare quelli con servizi pubblici forti, la fruizione di news brand di qualità è più alta, la TV ha mantenuto le posizioni in alcuni paesi, mentre la stampa ha subito le difficoltà nella distribuzione fisica durante i confinamenti accelerando il passaggio a un futuro in grandissima parte digitale.
Quanto alla voglia di informazione, seppure rimane alta per la maggior parte, ci sono segnali di allontanamento volontario dalle news, con una caduta di interesse particolarmente evidente in Usa da parte dei partigiani politici di destra dopo l’elezione del presidente Biden.
Il 74% dei rispondenti al survey dice di preferire media capaci di riportare una gamma più ampia di punti di vista in modo da potersi formare un’opinione e il 66% ritiene che le agenzie di stampa dovrebbero essere neutrali su ogni questione.
L’uso dei social per la fruizione delle notizie rimane sempre forte, soprattutto tra i giovani e le persone con i livelli di istruzione più bassi, mentre i giornalisti sui social, da Twitter a Facebook, sono superati ampiamente da influencer e fonti alternative.
Pagamenti online. Il report nota una “crescita significativa” per il pagamento delle news online in un piccolo numero delle economie più ricche dell’Occidente, mentre il livello complessivo globale resta piuttosto basso. Nei 20 paesi in cui gli editori si sono dati più da fare per incrementare la quota dei pagamenti, in media il 17% dei lettori ha pagato per una notizia online nell’ultimo anno.
La media assorbe un divario molto alto che va dal 45% della Norvegia all’8% del Regno Unito e nella maggior parte dei paesi la gran parte degli abbonati è assorbita da poche grandi testate nazionali, mentre le testate locali soffrono anche perché la loro copertura è spesso limitata a politica locale e cronaca nera.
Risorsa audio. Smartphone e smart speaker rappresentano una potenziale risorsa per l’informazione. Per quanto la crescita dei podcast sia stata rallentata dai diminuiti movimenti a causa delle restrizioni, la fruizione delle news che passa dall’audio è rimasta stabile e in generale il podcast rimane una parte altamente dinamica del consumo digitale, particolarmente interessante per gli editori perché capace di attrarre pubblico giovane e audience abbienti che interessano gli investitori pubblicitari.