Nell’ultimo anno la digitalizzazione delle PMI ha fatto un notevole balzo in avanti e le aziende che avevano già investito in soluzioni CRM e nella supply chain si sono trovate avvantaggiate
A un anno dallo scoppio della pandemia, i cittadini non sono i soli ad aver fatto non uno ma 10 passi in avanti in pochi mesi sul fronte della digitalizzazione.
Anche le piccole e medie imprese (PMI) hanno dovuto correre ai ripari e adeguarsi al nuovo scenario, dotandosi di strumenti adatti a fronteggiare la crisi spostando online business e operatività. Colte di sorpresa, nel primo lockdown l’80% delle PMI ha subìto una riduzione dei fatturati, con il 35% che ha dichiarato una perdita superiore al 50%, e l’82% che ha dovuto rallentare l’operatività, mentre le grandi aziende erano già pressapoco tutte in grado di adattarsi al nuovo contesto.
Tuttavia, come spiega l’Osservatorio Innovazione Digitale delle PMI, nel corso dell’anno anche le piccole e medie imprese hanno aumentato in maniera rilevante sia lo smart working che l’adozione di servizi in cloud: il 58% delle PMI ha abilitato il lavoro da remoto durante l’emergenza, a settembre le PMI che utilizzano servizi in Cloud erano già il 12% in più rispetto all’anno precedente, e il 60% dichiarava di dover revisionare i processi aziendali.
Va da sé che le aziende che già prima dello scoppio della pandemia avevano già digitalizzato alcuni processi si sono trovate avvantaggiate rispetto alle altre e hanno avuto meno problemi: li ha avuti il 22% di quelle sprovviste di dotazione tecnologica contro l’8% di quelle che invece si erano già dotate di soluzioni ERP (enterprise resource planning), software di supply chain management, software per la produttività personale, device per il lavoro in mobilità, strumenti di data visualization. Non mancano certo i provider in grado di abilitarle, dalle società di consulenza internazionali a soluzioni flessibili come quelle di weclapp.
Il report “Piccole e medie imprese: i trend principali” di Salesforce evidenzia inoltre, sulla base di due sondaggi condotti a marzo e agosto 2020, che il 55% delle 2.300 PMI intervistate dedica una maggiore attenzione alla comunicazione e la metà ha ampliato i canali a disposizione dei clienti per contattarle. Anche in questo caso, chi disponeva di software CRM si è ritrovato meglio posizionato, riuscendo a offrire un servizio migliore e più rapido. Secondo questo studio, in Italia il 53% delle aziende già dispone di sistemi CRM e il 27% ne ha implementato uno nell’ultimo anno.
Tutto questo sta contribuendo a far avanzare la digitalizzazione delle PMI italiane, che fin ora sono state fanalino di coda in Europa secondo l’indice DESI della Commissione Europea: nell’ultimo report pubblicato lo scorso giugno l’Italia era ben al di sotto della media UE, al 22° posto su 28 paesi, con ritardi rilevanti sul fronte del commercio online: solo il 10% delle PMI italiane vende online (18% in UE, 17% in Germania); il 6% effettua vendite cross-border in altri paesi dell’Unione Europea (8% in UE, 10% in Germania); solo l’8% del fatturato delle PMI è realizzato online (11% nell’UE, 10% in Germania).