Il ceo di Netflix Reed Hastings aveva preannunciato il lancio di un tier ad-supported tra uno o due anni, ma un memo interno lo prevede entro fine 2022
L’aumento del costo della vita è il tema del giorno in Uk, dove i consumatori moltiplicano le loro strategie di risparmio, dunque non sorprende che per un sondaggio condotto dalla piattaforma pubblicitaria mobile LoopMe quasi il 34% dei 3mila rispondenti ha detto che sarebbe ben felice di pagare meno l’abbonamento a Netflix supportato dalla pubblicità. Più strano che il 36% dichiari invece che cancellerebbe l’abbonamento se arrivasse la pubblicità, ma si sa, i risultati dei sondaggi dipendono sempre dalle domande poste.
La ricerca di LoopMe è stata condotta nelle scorse settimane, all’indomani del primo storico calo degli abbonati di Netflix e dalla conferma che “nei prossimi due o tre anni”, come ha detto il Ceo Red Hastings commentando i risultati. potrà essere sperimentata un’offerta con costi più bassi e sostenuta dalla pubblicità.
Al di là di questi specifici item, il sondaggio di LoopMe fornisce altre indicazioni sul pubblico dello streaming in Uk. Secondo i risultati, solo il 14% è abbonato a un servizio di streaming e di questi il 50% è abbonato a Netflix, il 27% ad Amazon Prime.
Oggi, inoltre, il 47% dei consumatori mette l’accessibilità di prezzo al primo posto tra le ragioni per cui tiene o cancella un abbonamento, il 9% ha cancellato un abbonamento nell’ultimo mese, con punte molto più alte presso il pubblico più maturo. Ma i costi non sono il solo problema: il 29% ha citato la mancanza di contenuti interessanti come principale ragione per cancellare sevizi come Diseny+, NowTV e Amazon Prime Video.
Il lancio della pubblicità a fine anno?
Netflix potrebbe introdurre un’offerta di abbonamento a prezzo ridotto e con la pubblicità entro fine 2022, più in fretta di quanto indicato da Hastings. Lo scrive il New York Times, attingendo a un memo interno dell’azienda. Nella nota, Netflix dice che vorrebbe lanciare il nuovo abbonamento negli ultimi 3 mesi dell’anno e in contemporanea avviare condizioni più stringenti riguardo agli account condivisi, pratica che riduce alquanto la platea dei potenziali abbonati.
Anche se gli spazi di crescita non sembrano particolarmente ampi: un sondaggio di Time2Play delle scorse settimane indicava che in Italia l’84,2% di chi paga un account lo condivide con altri e che se Netflix bloccasse questa pratica il 71,2% non pagherebbe comunque l’abbonamento. Attualmente, il servizio di streaming offre una serie di piani, il più comune dei quali costa poco più di 15 dollari, e il mese scorso ha annunciato di voler far pagare di più agli abbonati che condividono l’account.