I consumatori chiedono più controllo sui dati, la pubblicità in TV percepita come più positiva per i brand di quella online

GroupM ha rilasciato la nuova edizione della ricerca ‘Consumer Trust in Digital Age’ realizzata in 23 paesi con interviste a quasi 14mila individui condotte tra luglio e settembre 2019, prima di qualsiasi traccia dell’emergenza sanitaria

Il 56% del campione vuole avere più controllo sui propri dati personali, il 60% dice di essere meno propenso ad acquistare prodotti e servizi di brand che utilizzino i loro dati per qualsivoglia scopo, 2 su 3 sostengono che gli annunci pubblicitari in TV danno un’impressione dei brand più positiva rispetto a quelli in formato digitale, il 37% dice che l’adv digitale è troppo invadente e il 64% avrebbe una percezione decisamente negativa di quei brand il cui messaggio apparisse in contesti inappropriati.

Sono alcune delle evidenze più significative della nuova edizione di ‘Consumer Trust in Digital Age’, la ricerca realizzata da GroupM per misurare il grado di fiducia dei consumatori nei confronti del marketing digitale. Da notare che la ricerca è stata realizzata tra luglio e settembre 2019, prima dell’emergenza sanitaria, su un campione di quasi 14mila individui (600 in Italia) in 23 paesi.

Il report mostra anche che un numero sempre maggiore di persone si preoccupa di distruggere i cookie di tracciamento e ripulisce la cronologia del browser e che, in generale, una maggiore trasparenza sull’utilizzo dei dati personali potrebbe aiutare a costruire una nuova relazione tra brand e consumatori, basata sulla fiducia.

Digital adv fatigue. Secondo i dati emersi dalla ricerca globale, i consumatori stanno ricevendo dai brand più comunicazioni di quante non ne desiderino, dato che mostra una ‘digital adv fatigue’ che richiede, da parte dei marketer, una migliore gestione delle relazioni dirette con consumatori e influencer, ottimizzando l’esperienza di ciascun consumatore attraverso un fine tuning della frequenza e del tipo di messaggi.

Ambiente digitale. La ricerca di GroupM, inoltre, evidenzia come i brand siano influenzati dall’ambiente digitale in cui appaiono, in particolare le piattaforme e in relazione a fake news, cyberbullismo e online predator. Il 75% del campione ritiene che sia responsabilità di una piattaforma digitale impedire la visualizzazione di contenuti inappropriati, nel frattempo i marketer dovrebbero valutare con maggiore attenzione se le piattaforme online che utilizzano siano appropriate al posizionamento del brand.

Trust. “La fiducia dei consumatori nel digital marketing non è così alta come avremmo sperato”, commentano nelle conclusioni i curatori della ricerca, sottolineando le 3 aree più delicate – dati, piattaforme e adv – su cui le aziende devono concentrarsi per preservare il valore della marca.

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I consumatori chiedono più controllo sui dati, la pubblicità in TV percepita come più positiva per i brand di quella online ultima modifica: 2020-03-31T11:33:53+02:00 da Redazione

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