Realizzata con IAP e lo studio legale DGRS, la ricerca esamina i principali rischi, gli strumenti legali e linee guida da seguire quando si affronta una campagna di influence marketing per poter garantire la brand safety
FLU presenta un white paper dedicato al rapporto tra brand safety e influence marketing. Intitolato “Brand safety e influence marketing: strumenti legali e guideline per tutelare la tua campagna”, lo studio è stato realizzato con il contributo di IAP e dello studio legale DGRS.
La ricerca, grazie al coinvolgimento di un campione selezionato di aziende italiane e multinazionali operanti in Italia, mira ad esaminare i principali rischi, gli strumenti legali e linee guida da seguire quando si affronta una campagna di influence marketing per poter garantire la brand safety.
Spazio poi a un approfondimento dedicato alla Digital Chart (il testo normativo di riferimento per le campagne di influencer marketing creato e recentemente aggiornato da IAP. Qui il Regolamento aggiornato), strumento particolarmente importante dato che, come emerge dal white paper, solo 1 brand su 2 utilizza clausole di esclusività nei contratti di influencer marketing e solo il 40% inserisce eventuali penali.
Tra le principali evidenze che emergono dalla ricerca non sorprende invece che per l’80% dei marketer l’elemento più importante quando si parla di brand safety è la credibilità, mentre 7 marketer su 10 sono preoccupati per l’accostamento con influencer e talent che spesso prendono posizione su tematiche eticamente controverse.
In controtendenza alla crescita del settore è interessante notare come metà delle aziende non utilizzano tool per monitorare e garantire la brand safety e che solo il 30% dei brand ha una figura o un team dedicato alla gestione delle attività di influence marketing.
«Oltre cinque anni di esperienza nel settore, ci hanno permesso non solo di monitorare l’evoluzione dell’Influence Marketing e dell’utilizzo di questo asset all’interno del marketing mix, ma anche di constatare come, ancora oggi, le aziende si approccino in maniera molto differente. La tipologia di interlocutori con cui dialoghiamo è molto ampia e questo è un indicatore piuttosto eloquente del fatto che a questa tipologia di attivazioni siano attribuiti differenti obiettivi – afferma Rosario Magro, co-founder e chief operating officer di FLU -. Esistono, ovviamente, casi specifici e tantissime eccezioni, ma è interessante creare correlazioni ricorrenti per capire la percezione dell’influence marketing da parte delle aziende e studiare progetti il più possibile su misura rispetto alle loro esigenze».