Secondo il terzo Rapporto Ital Communications-Censis ‘Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale’ in Italia sta crescendo la consapevolezza degli “effetti devastanti della disinformazione”, ma aumentano anche paure e timori degli italiani di non essere in grado di riconoscere disinformazione e fake news.
Il rapporto evidenzia che il 93,3% si informa abitualmente, l’85,3% sul web e il 74,1% utilizzando i media tradizionali; il 64,3% utilizza un mix di fonti informative, tradizionali e online, il 9,9% si affida esclusivamente ai media tradizionali e il 19,2% (circa 10 milioni di cittadini) solo alle fonti online.
Il rapporto collega questo utilizzo di social e messaggistica istantanea al fenomeno delle echo chamber, cui sono esposti coloro che frequentano il web, magari senza strumenti di decodifica.
Per di più, il 56,7% degli italiani è convinto che, di fronte al disordine informativo che caratterizza il panorama attuale dell’informazione, sia legittimo rivolgersi alle fonti informali di cui ci si fida di più.
Paura delle fake news. Aumentano paure e timori di non essere in grado di riconoscere disinformazione e fake news. Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news siano sempre più sofisticate e difficili da scoprire, il 20,2% crede di non avere le competenze per riconoscerle e il 61,1% di averle solo in parte. Ma ci sono anche i negazionisti: Il 29,7% della popolazione nega l’esistenza delle bufale e pensa che non si debba parlare di fake news, ma di notizie vere che vengono deliberatamente censurate dai palinsesti ufficiali che poi le fanno passare come false.
Molta comunicazione, tanta confusione. Il rapporto Ital Communications-Censis sottolinea il caso del riscaldamento globale “di cui si parla tanto e in modo confuso, alimentando cattiva informazione, catastrofismo e persino negazionismo”.
Il 34,7% degli italiani è infatti convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico e i negazionisti, che sono convinti che il cambiamento climatico non esista, sono il 16,2% della popolazione.
Chissà se cambieranno idea dopo i tifoni sulla Pianura Padana e il crollo delle infrastrutture energetiche al Sud causate dalle ondate di calore.
I rischi dell’IA. Il 75,1% della popolazione ritiene che con l’upgrading tecnologico verso l’Intelligenza Artificiale sarà sempre più difficile controllare la qualità dell’informazione, mentre per il 58,9% l’AI può diventare uno strumento a supporto dei professionisti della comunicazione.
“Uno degli aspetti più importanti che emerge da questo Rapporto è che gli italiani si stanno rendendo conto del valore delle notizie vere e del disvalore che hanno le fake news”, ha dichiarato Alberto Barachini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, sottolineando la necessità “di lavorare affinché l’Intelligenza Artificiale sia di supporto al lavoro umano e giornalistico ma non diventi un sostituto”.
Più formazione. Domenico Colotta e Attilio Lombardi, entrambi founder di Ital Communications, hanno evidenziato l’importanza della formazione, sia dei professionisti che dei giovani, rilevando poi l’importanza di “una comunicazione responsabile e in grado di contrastare la disinformazione, anche attraverso lo sviluppo di valide competenze che sappiano governare i cambiamenti e tutelare i cittadini e le istituzioni dai danni sociali, economici e democratici derivanti da una comunicazione non veritiera”, ha commentato Lombardi.