Come vivono i giovani italiani il denaro nell’era digitale? Il tema è stato indagato dalla ricerca “Touch, Pay, Trust” realizzata da Webboh LAB e l’Istituto di ricerca Sylla.
La survey è stata condotta su un campione nazionale – generato congiuntamente dalla community di Webboh e dal panel Webboh LAB – di circa 4.000 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni (i cosiddetti ExpoTeens), rappresentativo per età, genere e area geografica.
Dall’indagine emerge che la Gen Z vive il denaro come strumento di libertà, indipendenza e realizzazione personale, con forte attenzione a risparmio e educazione finanziaria.
La famiglia, l’istruzione e il contesto sociale modellano le attitudini, mentre i pagamenti digitali rappresentano opportunità di autonomia, ma anche un ambito che richiede attenzione e prudenza per ragioni di sicurezza digitale.
Guardando al futuro, le nuove generazioni immaginano un mondo finanziario smart, invisibile e integrato, con un chiaro desiderio di controllo e autonomia personale.
L’indagine identifica sei profili psicografici, dal “cashless convinto” al “guardiano del contante”, evidenziando una generazione che cerca un “trust controllato” nel digitale.
Nel complesso, la Gen Z più giovane non è divisa tra chi si fida e chi no, ma tra modi diversi di dare senso alla fiducia: dal bisogno di controllo alla leggerezza automatica del gesto digitale.
Un giovane su cinque è già completamente aderente al concetto di cashless, ma oltre un quarto resta legato ai contanti come forma di controllo psicologico.
Tra questi due estremi vive la maggioranza prudente della Gen Z più giovane, gli ExpoTeens, che si muove nel digitale chiedendo sicurezza e trasparenza.

 
                     
                             
                             
                            



