Quest’anno per la spesa pubblicitaria per la tv è prevista in crescita dell’1,6%, digital +7,5%, cinema +2%, radio +1%
In base all’ultimo Advertising Expenditure Forecasts pubblicato da Zenith, i trend di crescita in Italia per l’anno 2017 risultano essere più moderati rispetto a quelli globali (+4,4%).
Dopo una chiusura del 2016 al +3,7% rispetto l’anno precedente, per il 2017 Zenith si aspetta una crescita della spesa pubblicitaria in Italia pari al 2,2%. Crescita che viene confermata anche per gli anni successivi: +2,4% nel 2018 e +1,8% nel 2019.
La Televisione continuerà il suo trend positivo quest’anno, anche se con una crescita più moderata rispetto a quella del 2016 (+1,6% vs +5,4%). La TV resta il media dominante all’interno delle pianificazioni, con un 47% di share sul media mix totale. Sono in particolar modo i canali digital delle TV digitali e delle TV satellitari a crescere, sia in termini di audience che di investimenti.
Anche il Digital nel 2017 prosegue il suo trend positivo, con una crescita prevista del 7,5%, dovuta al potenziamento delle campagne video e agli investimenti sui social media. Il tutto accelerato anche dal passaggio della pianificazione al programmatic, che permette di raggiungere i consumatori in modo sempre più mirato. Il mobile rimane protagonista in termini di fruizione; la connessione a internet attraverso smartphone e tablet continua ad aumentare a doppia cifra: nel dicembre 2016 gli unique user erano 26,4 milioni, con una crescita del 17,7% rispetto all’anno precedente.
Buone performance anche per il Cinema, che chiude il 2016 con un +6,8%, e prevede un incremento del 2% anche nel 2017.
Rimane invece piuttosto stabile la Radio, mezzo per il quale ci si aspetta una chiusura del 2017 intorno all’1%, mentre decresce l’investimento sulla Stampa: quotidiani e magazine subiranno un decremento nel 2017, rispettivamente del 6% e del 3,9%. Conseguenza questa, del cambiamento nelle abitudini dei consumatori sul reperimento delle notizie in seguito alla maggiore consultazione di internet e dei social network; sono infatti sempre più numerosi coloro che non prendono in considerazione i quotidiani e le riviste come prima fonte di informazione.