A margine della presentazione della ricerca di UPA e Politecnico Branding E-volution, Lorenzo Sassoli ha aggiornato le stime sugli investimenti pubblicitari nel 2020
Lorenzo Sassoli, presidente Upa e imprenditore, è convinto che il paese stia cominciando a uscire da un periodo drammatico e che il digitale giochi un ruolo fondamentale per la risalita da una crisi che affonda lontano le sue radici e che il coronavirus ha acutizzato.
Per questo la ricerca realizzata da Upa con il Politecnico di Milano e presentata a Milano ‘Il senso della marca e il futuro dell’advertising’ rappresenta un tassello importante perché nasce dall’esigenza di trovare risposte strategiche per capire dove andare e perché offre l’opportunità di riflettere sul valore del brand. “E’ una ricerca ben pensata, ben costruita e a tratti illuminante”, ha detto Sassoli.
A margine della presentazione della prima parte della ricerca sul ruolo delle marche nell’economia digitale, il presidente Upa ha aggiornato le previsioni sull’andamento degli investimenti pubblicitari nel 2020. Sempre tenendo conto dell’estrema volatilità del mercato e della visibilità di corto raggio, la nuova stima prevede una flessione del mercato a fine anno del 12%, migliore rispetto al -17% preventivato a giugno e anche al -13% del 2013, ‘annus horribilis’ per la pubblicità.
La stima è frutto di un sondaggio realizzato nelle ultime settimane tra gli associati dell’organismo che riunisce i principali investitori pubblicitari del mercato italiano.
“Possiamo guardare al futuro con una certa fiducia”, ha commentato Sassoli: i consumi vanno meglio – certo, turismo e beni durevoli, automotive primo fra tutti, sono ancora in sofferenza -, è ripartito il largo consumo e i servizi hanno ripreso a investire, dalle telco alle assicurazioni e “tutto quello che aiuta a digitalizzare i paese e a proteggersi dai rischi”.
La ripresa è partita da luglio, dice Sassoli, sempre con la consapevolezza degli advertiser che tutto potrebbe cambiare da un giorno all’altro. Ma già riapertura scuole e consultazione elettorale hanno dimostrato che “come Paese siamo più responsabili di altri” e che l’Italia, a parte la sbandata di agosto, ha reagito alla grande.
Ora quello che preoccupa di più il presidente Upa è la difesa del sistema dei media che avrebbe bisogno di un sostegno consistente da parte del governo. “Noi abbiamo inventato il tax credit, il governo ci ha messo prima 35 milioni di euro, poi diventati 85; la Francia ci ha copiato, ma di milioni ne ha messi 500 per invogliare le aziende a sostenere i media nazionali”. Per Sassoli il rischio è che i nostri mezzi di comunicazione possano cadere in mano a predatori stranieri, con conseguente perdita di identità: sarebbe bastata la web tax, dice il presidente Upa, per finanziare a costo zero gli investimenti necessari per sostenere il nostro sistema dei media.
UPA ascolterà nuovamente i suoi associati entro fine anno per aggiornare l’outlook, ma sul 2021 Sassoli non si sbilancia, la visibilità, ripete, è a brevissimo termine.