L’Autorità di garanzia per le comunicazioni (Agcom) ha presentato oggi la Relazione Annuale relativa al 2023 da cui emerge un valore del mercato dei media pari a circa 11,5 miliardi di euro e che non recupera rispetto al 2019 (12,2 miliardi), mentre il settore delle tlc, ormai definite ‘comunicazioni elettroniche’ ha un valore di mercato superiore ai 27 miliardi di euro, ancorché più basso del 10% rispetto al 2019.
Il peso della TV nel mercato dei media è cresciuto ulteriormente, mentre quello della radio è rimasto stabile ed è il calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici. Per quanto riguarda la televisione, segnala l’Agcom, la CTV restituisce al dispositivo TV una “rinnovata centralità”; i broadcaster nazionali hanno fornito una risposta “di tipo adattativo” alla trasformazione in atto, che ha dato luogo a una sostanziale tenuta degli ascolti “sul versante della TV lineare e generalista, con la crescita dell’audience su dispositivi diversi dagli apparecchi televisivi e dunque con un modello di integrazione e complementarità tra i diversi media”.
Il regolatore dettaglia tematiche come la ripartizione delle frequenze, la qualità della rete e la qualità delle trasmissioni in parallelo alla tutela “contro la manipolazione delle notizie e i discorsi d’odio”, della libertà e del pluralismo informativo oltre alla corretta rilevazione degli indici di ascolto, in attuazione della direttiva Smav trasposta dal legislatore italiano nel Tusma.
Calo delle risorse. L’Agcom evidenzia una contrazione del 2% rispetto all’anno precedente per quanto riguarda l’acquisto di contenuti da parte degli utenti, per la riduzione dei ricavi derivanti dalla vendita di quotidiani e periodici e degli abbonamenti alla pay-TV. In calo anche i ricavi provenienti dalle risorse pubbliche con una contrazione dell’1% per i minori introiti derivanti dalla riscossione del canone per il servizio pubblico televisivo (1,8 miliardi di euro). Mostrano invece una tendenza al rialzo per gli investimenti pubblicitari a circa 4,3 miliardi (+1,2%) di cui la TV assorbe il 72%, quotidiani e periodici il 22,5% e la radio il 6%.
Linee guida per gli influencer. Nella sua relazione il presidente Giacomo Lasorella ha segnalato anche l’adozione delle Linee guida per garantire il rispetto delle disposizioni del Tusma da parte degli influencer come “misure in materia di trasparenza delle comunicazioni commerciali nonché di tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport”. Sono inoltre in corso i lavori del Tavolo tecnico (avviato il 5 marzo di quest’anno) per l’adozione di un codice di disciplina che conterrà ulteriori misure di dettaglio definendo i criteri di applicazione delle Linee guida.
Nuovi JIC. Lasorella ha anche espresso il plauso di Agcom per la costituzione e la piena operatività di un nuovo JIC per il settore della radio, che procederà all’avvio di una nuova indagine partire dal 1° gennaio 2025. “Si tratta di un risultato importante che ha posto fine, anche grazie agli indirizzi espressi dall’Autorità, a diversi anni di incomprensioni tra gli operatori e comunque a un modello non conforme agli standard più avanzati”, ha sottolineato ricordando che l’Agcom sta seguendo con attenzione “la progressiva e definitiva entrata in funzione del nuovo JIC Audicom che attualmente sta individuando le modalità per la definizione dell’impianto metodologico della nuova ricerca. Infine, Agcom ricorda di aver raccomandato l’ingresso di un rappresentante Dazn nel comitato tecnico di Auditel