Con la mancata qualificazione a rischio svariate decine di milioni di investimenti pubblicitari
L’Italia che dà buca ai Mondiali di calcio in Russia è una questione che in termini di investimenti pubblicitari vale, secondo le stime di Lorenzo Sassoli, presidente di UPA, almeno un punto percentuale del totale investimenti, dunque almeno 70 milioni. E sarebbero potuti salire a 100-110 nel caso di una performance particolarmente brillante.
Anche a livello di diritti tv e sponsorizzazioni, che valgono altri 70 milioni, si assiste – come riporta il Sole 24 Ore – a una svalutazione del ‘brand Italia’, in vista delle prossime competizioni internazionali come gli Europei del 2020 e i Mondiali in Qatar del 2022.
Tuttavia non solo le tv si stanno preoccupando dei mancati investimenti: ieri mattina è apparso sul newsfeed di Facebook un sondaggio, qui sotto lo screenshot, che sonda la propensione a utilizzare in futuro Facebook come piattaforma pubblicitaria per veicolare una campagna a tema calcio. Un quesito che, per il tempismo, fa percepire una certa ansia per possibili mancati introiti non solo dai grandi spender ma anche da parte dei piccoli e piccolissimi inserzionisti che costituiscono il grosso della base clienti di Facebook.
Volendo però guardare il bicchiere mezzo pieno, da un lato gli appassionati di calcio non rinunceranno a una competizione che si svolgerà con un fuso orario favorevole; dall’altro può darsi che la mancanza dell’Italia alla competizione porti gli inserzionisti a diventare meno calcio-centrici e a valutare nuove opportunità, mezzi e tematiche di interesse per quelle audience che del calcio non sentiranno la mancanza. Gli strumenti per identificarle esistono.