Presentate le stime degli investimenti pubblicitari per fine anno e per il prossimo a cura del Centro Studi UNA e Media Hub
Migliorano le stime di previsione di chiusura per gli investimenti pubblicitari che per il Centro Studi UNA e il Media Hub dovrebbero arrivare a 8.759 miliardi di euro, con un incremento dell’11,8% che riavvicina le dimensioni del mercato a quelle che erano nel 2019 (8.803 miliardi).
L’aggiornamento dei dati è stato accompagnato anche da una stima dello scenario 2022, anche questo in crescita, seppure più contenuta, con un incremento del 5,2% a 9.216 miliardi di euro, con il digitale che continua a crescere a ritmo costante (+8,5%) mentre recuperano, ma partendo da valori assoluti estremamente bassi, due mezzi stroncati dalla pandemia come cinema (+68,7%) e OHH (+20%).
Il ‘duopolio’ TV/Digital, come lo ha definito Alessandra Giaquinta, portavoce Media Hub, si divide la gran parte degli investimenti, lasciando agli altri mezzi solo quote residuali. Il Media Hub ha anche provato a definire le reali dimensioni del perimetro del mercato contendibile dalle agenzie, utilizzando una metodologia di analisi che nettizza gli investimenti del cosiddetto ristorno d’agenzia (un non più credibile 15%) e depura gli OTT della coda lunga fatta di piccolissime e micro aziende.
Risultato: un mercato più ‘piccolo’ di 2,1 miliardi (8,8 miliardi quello tradizionale, 6,7 quello ‘alternativo’) e dove la TV ha una quota del 49,2% (contro il 44% di quello tradizionale), il digital del 35,9% (contro il 42,7% di quello tradizionale) e poco cambia per gli altri mezzi.
Sugli equilibri dei mezzi, ha aggiunto Giaquinta, giocheranno anche gli effetti della revisione del Testo Unico che modifica gli affollamenti TV e della digital tax, ancora da definire, con una potenziale crescita per l’influencer marketing.