Troppe buone intenzioni annebbiano la creatività? L’adv ‘sociale’ è ancora efficace, ma forse il trend è in esaurimento

Gunn Report ha pubblicato lo studio annuale Cases for Creativity 2016 che analizza i tratti comuni alle campagne che hanno vinto un oro ai Cannes Lions per la loro creatività e un Gold Effie per la loro efficacia. E viene fuori che la voglia di salvare il mondo delle marche sta esondando, inquinando di leve emotive l’originalità e la brillantezza delle vere big ideas creative

James Hurman
James Hurman

Idee creative in via estinzione, decimate non solo da budget risicati, pressapochismo e scarsa visione ma anche da troppe buone intenzioni. Dall’annuale analisi del Gunn Report ‘Cases for Creativity’ sulle campagne premiate sia a Cannes che agli Effie, rispettivamente per creatività ed efficacia, emerge che tra le 15 prese in esame solo 6 sono di brand commerciali, tutte le altre sono per enti non profit o di responsabilità sociale.

Secondo James Hurman, curatore dello studio e fondatore della società di consulenza ‘Previously Unavailable’, il proliferare di campagne premiate per il loro impatto emotivo nel trattare temi di rilevanza sociale non è da considerarsi proprio un buon segno.

«Solo in due casi si trattava di campagne la cui efficacia e successo sono stati provati nel corso di anni: si tratta di Old Spice e John Lewis, che mi sento di definire come la corretta creatività pubblicitaria. Campagne per due brand che avrebbero potuto essere noiosi e insulsi, e invece hanno trasceso il loro ordine naturale. Da veri leader – spiega Hurman. Guardando invece le campagne più recenti, temo che si stia perdendo questa capacità. Il pericolo è di essere eccessivamente sedotti da qualunque cosa stia cercando di salvare il mondo. Mentre queste campagne possono risultare disarmanti per i consumatori, non sono così sicuro che siano veramente creative. Più preoccupante ancora, sono pressapoco tutte uguali. Gli Effie dimostrano che queste campagne sono comunque efficaci, ma non dovremmo perdere l’abilità di far emergere i brand con idee grandi e brillanti, tenendo presente che anche le agenzie rischiano di perdere quel tocco magico che sanno aggiungere ai brand”.

LE 15 CAMPAGNE PRESE IN ESAME

1. #whoistheking di Burger King – Buzzman, France

2. Breast Cream per New Zealand Breast Cancer Foundation – Colenso BBDO, New Zealand

3. Groceries Not Guns per Moms Demand Action for Gun Sense in America – Grey Toronto,  Canada

4. Last Words per Indian Association – Palliative Care by Medulla Communications, India

5. Lifepaint per Volvo – Grey London, United Kingdom

6. Manboobs per MACMA – David Buenos Aires, Argentina

7. Varie campagne per John Lewis – adam&eveDDB, United Kingdom

8. Varie campagne per Old Spice – Wieden+Kennedy Portland, USA

9. Radiometries per Exito Foundation – Sancho BBDO, Colombia

10. Save our Songbirds per Natura 2000 NGO Coalition – Jazz, Romania

11. Share the Load per Ariel – BBDO Mumbai, India

12. The 6-Pack Band per Brooke Bond Red Label – Mindshare Mumbai, India

13. The Bulletpen per Ministry of National Education – McCann Bogotá, Colombia

14. The Madden Giferator per EA Sports – Heat, USA

15. World Gallery per Apple – TBWA\Media Arts Lab Los Angeles, USA

Troppe buone intenzioni annebbiano la creatività? L’adv ‘sociale’ è ancora efficace, ma forse il trend è in esaurimento ultima modifica: 2017-03-08T13:34:57+01:00 da Redazione

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