Nell’area Scope 3 è incluso anche l’acquisto di beni e servizi, tra i quali la pubblicità e il media
La Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha pubblicato la normativa che, per la prima volta, impone uno standard nella comunicazione agli investitori dei rischi legati al clima e delle emissioni prodotte dalle aziende.
Come spiega l’organo di vigilanza delle borse, il documento finale cerca di “rispondere alla richiesta da parte degli investitori di informazioni più coerenti, confrontabili e affidabili sugli effetti finanziari dei rischi legati al clima, bilanciando le preoccupazioni sulla mitigazione dei costi associati alle nuove regole” e tenendo in considerazione più di 24.000 lettere di commento inviate in risposta alla pubblicazione della bozza nel marzo 2022.
Infatti, rispetto alla proposta iniziale, la nuova normativa esclude tutta la parte relativa alle supply chain e all’uso che viene fatto dei prodotti dopo che escono dal controllo dell’azienda, ovvero quelle identificate come Scope 3.
Non una questione da nulla, visto che in molti casi, ad esempio nei settori FMCG, automotive ed energia, la maggior parte dell’impatto ambientale avviene a casa dei consumatori. Nell’area Scope 3 è incluso anche l’acquisto di beni e servizi, tra i quali la pubblicità e il media.
Come rileva Adweek, tale normativa potrà comportare dei problemi per le aziende che comunicano tali dati in California e in Europa, dove le normative sono più rigorose. Come spiega Aron Cramer della società di consulenza BSR, “Solo perché la SEC non lo richiede, non significa che lo Scope 3 sparisca. La stragrande maggioranza delle emissioni di un’azienda non sarà inclusa da questa regola. Questo è male per le aziende, male per gli investitori e male in termini di azioni sul clima. Se lì si trovano i tuoi rischi climatici, la loro divulgazione è nel tuo interesse” ha detto, consigliando alle aziende che già lo fanno di continuare a comunicare i dati sulle emissioni Scope 3, in linea con il consenso a livello di opinione pubblica.
Nell’Unione Europea, l’obbligo di comunicare l’impatto climatico includendo l’ambito Scope 3 riguarda anche le aziende non europee che generano ricavi per oltre 150 milioni di euro nell’UE.