Il 16 novembre sarà la data ultima per presentare emendamenti al testo del disegno di legge sulla digital tax e IAB lancia un allarme.
“Così concepita – ha dichiarato Carlo Noseda, presidente dell’associazione che raggruppa oltre 170 aziende della pubblicità digitale – rischia di colpire moltissime realtà italiane che non dovrebbero ricadere nell’ambito di applicazione della digital tax. Come associazione ci appelliamo al Governo per chiarire che i 750 milioni dei ricavi vanno considerati solo sui ricavi digitali oggetto di tassazione, così come previsto dall’analoga legge Francese, anch’essa ispirata alla proposta di Direttiva della Commissione UE. Un tale discostamento dal modello francese ed europeo rappresenterebbe una grave minaccia per la competitività del settore digital nel nostro Paese, rendendo la web tax italiana inidonea a raggiungere gli obiettivi di equità fiscale che si prefigge. Bisogna tassare chi le tasse non le paga, non chi è gravato da un total tax rate di circa 60 punti. Deve essere una misura chirurgica che punta all’asimmetria fiscale. Se non corretta, questa digital tax all’italiana, sarebbe beffarda oltre che dannosa”.