La nuova currency misura l’ascolto dei contenuti e, primato assoluto, anche quelli della pubblicità
Primo passo di un’evoluzione che porterà alla total audience, importante per tutto il mercato pubblicitario: così Andrea Imperiali, presidente Auditel, ha presentato ieri il nuovo sistema che ogni giorno rileva, con sistema censuario, e rende pubblici ogni giorno gli ascolti della TV su dispositivi digitali (7 milioni di smart TV connesse su 11 milioni presenti nelle famiglie italiane, 43 milioni di smartphone, 7 milioni di tablet, 19 milioni di pc nelle case e nei luoghi di lavoro e un numero considerevole di console per il gaming).
La nuova currency misura i risultati in termini di ascolto dei contenuti e, primato assoluto a livello internazionale, anche quelli della pubblicità.
Grande la soddisfazione di Upa, espressa dal presidente Lorenzo Sassoli secondo il quale si apre una nuova era della TV “con lo spettatore al centro, così come il consumatore è al centro di tutte le attività di marketing”.
I numeri in partenza saranno forse piccoli, ha aggiunto Sassoli, ma lo sguardo è al futuro, a “un pubblico nuovo, meno abitudinario, in movimento e diverso demograficamente” e all’apertura di “nuovi spazi per la pianificazione, con la possibilità di decidere investimenti più puntuali” , ha sottolineato il presidente Upa.
Il nuovo sistema censuario, rodato nel corso degli ultimi 6 mesi, rileverà per ora gli ascolti di 6 editori (DeAgostini, Discovery, La 7, Mediaset, Rai e Sky) tramite desktop e mobile browser, ma non la visione attraverso le app, che entro giugno completeranno la fase di certificazione e si aggiungeranno nel corso del tempo. Auditel ha anche previsto condizioni d’ingresso particolarmente vantaggiose per non escludere gli operatori più piccoli.
Non sarà possibile sommare i dati rilevati con sistema campionario e quello censuario, essendo riferiti i primi a individui e i secondi a dispositivi, ma – ha detto Imperiali – “si potranno solo affiancare e guardare in trasparenza”.
La tecnologia (SDK + FocalMeter) permette di rilevare solo stream view e non stream start, tipicamente da bot, con 4 nuove metriche: AMR-D (Average Minute Rating-Device) è l’ascolto nel minuto medio; Legitimate Stream, più utile a chi pianifica perché a ogni stream che parte corrisponde un potenziale bacino pubblicitario; Total Time Spent, che moltiplica gli stream per il tempo di fruizione; Average Stream Duration, la durata media di uno stream che nella prima settimana di misurazioni resa nota è stato di 5’ e 19” (esclusi gli adv stream).
“Non c’è un 100%, non ci sono share”, ha avvisato Imperiali avvertendo anche che la misurazione più valida sarà quella settimanale visto che il totale ascolti quando si tratta di video-on-demand cresce giorno per giorno.
I primi dati consegnano una visione speculare rispetto a quella della TV lineare e tradizionale, con il live che vale solo l’8% e l’on-demand il 92%, il 51% delle fruizioni da mobile e una posizione, in tema di Legitimate Stream, decisamente più forte di Mediaset con 27.250 rispetto a Rai a 11.536, anche se poi Rai recupera in Totale Tempo Speso con 2.078 ore contro le 2.149 di Mediaset.
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