Gli hashtag #sponsored e #adv segnaleranno la presenza di contenuti commerciali nei contenuti condivisi sui social dagli influencer americani che fanno capo a Fohr Card.
L’agenzia di marketing è la prima a esortare ad affiancare gli hashtag che segnalano i contenuti pagati sia le aziende clienti che gli stessi influencer che rappresenta. Per ora in 120 hanno accettato di adeguarsi alle regole fissate dalla Federal Trade Commission.
In UK, l’ASA ha pubblicato il mese scorso le nuove linee guida sull’affiliate marketing che proteggono i consumatori dando loro contezza dei contenuti pagati per poter scegliere se condividerli o meno; tra queste, l’uso di un identificativo ‘Ad’ nel titolo del post che renda chiara la natura commerciale del contenuto.
Le regole, segnala l’ASA, “non sono progettare per scoraggiare l’affiliate marketing o interferire con i rapporti commerciali”, ma pur sempre di pubblicità si tratta e dunque anche questa forma deve rispettare le regole che valgono per tutto l’advertising.
In Italia, intanto, l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato denunciando “i personaggi famosi che fanno pubblicità camuffata sui loro blog o sui social network attraverso la pubblicazione di foto e video” chiedendo se questa sorta di product placement camuffato sui social sia legittimo e che sia utilizzato anche in Italia un hashtag o una didascalia per informare del carattere promozionale del messaggio, sulla stessa linea seguita dalla FTC.