Ci sono il siciliano, il greco calabrese, creolo della louisiana, maori e yiddish tra le 10 lingue che permette di scoprire la nuova piattaforma Woolaroo, lanciata da Google Arts & Culture.
Attraverso la foto-traduzione open-source alimentata da Google Cloud, permette di scoprire alcune delle lingue che rischiano di scomparire in modo facile e divertente: basta scattare una fotografia di un oggetto per scoprire la parola nella lingua selezionata, la relativa pronuncia e il contesto d’uso.
Google Cloud Vision API ottiene informazioni utili direttamente dalle immagini utilizzando AutoML, e classifica rapidamente le immagini in milioni di categorie predefinite.
Come spiega Ian Pattison, Head of Customer Engineering, Retail, CPG & Travel, UK&I, nel blog post “purtroppo, delle oltre 7.000 lingue parlate nel mondo, quasi 3.000 sono a rischio di estinzione. Google Arts & Culture, attraverso soluzioni tecnologiche creative e il supporto delle organizzazioni linguistiche, contribuisce alla creazione di uno strumento interattivo ed educativo per promuovere le lingue. Durante la fase di sviluppo dell’applicazione, i team di Partner Innovation e Google Arts & Culture hanno lanciato un appello a Google per scoprire quali erano lingue meno conosciute parlate dai dipendenti. Grazie al supporto delle persone madrelingua sono stati creati vocabolari rivisti dalle istituzioni partner per garantire che le traduzioni fossero corrette e coerenti”.
Woolaroo è open source, quindi qualsiasi persona e organizzazione può utilizzarlo per supportare una lingua in via di estinzione.
Le lingue possono essere regolarmente aggiornate per riflettere ciò che le popolazioni locali vogliono includere.
Le lingue attualmente disponibili sono siciliano, greco calabrese, creolo della louisiana, maori, yiddish, yugambeh (parlata in Australia nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud), nawat (derivata dall’atzeco e parlata in El Salvador), berbero, yang zhuang (parlato in Cina), rapanui dall’Isola di Pasqua.