Appena 8 mesi fa Elon Musk diceva agli inserzionisti pubblicitari “Go fuck yourself” in relazione alle lamentele di alcuni brand i cui annunci pubblicitari si erano trovati accanto a contenuto antisemiti su X.
Ora il fondatore di Tesla, SpaceX, OpenAI nonché proprietario di X è venuto a Cannes, invitato da Wpp, per parlare agli inserzionisti che ha attaccato e ai creativi che da un lato utilizzano con profitto l’AI, ma i cui posti di lavoro, da un certo punto di vista, potrebbero essere minacciati.
Sul palco di una sala Lumiere affollatissima, ha affrontato – interrogato dal ceo di Wpp Mark Read – una serie di argomenti, partendo proprio dal perché dell’uscita di cui sopra. Nessun passo indietro da parte di Musk, che ha specificato come il suo “vaffa” non fosse riferito agli inserzionisti nel loro insieme, ma solo a chi pensa che sulla piattaforma debbano esserci solo contenuti di loro gradimento.
«La libertà di parola è la base della democrazia. È imperativo che le persone abbiano il diritto di parlare ed è diritto degli inserzionisti apparire accanto a contenuti adatti ai loro brand, ma devono accettare chi ha opinioni diverse dalle loro» Quindi tra i soldi degli inserzionisti e la libertà di parola, Musk continua senza alcun dubbio a sostenere la seconda.
Sempre sulle sue uscite, Musk ha detto che è meglio pentirsi di ciò che può aver detto, passando anche per un matto, piuttosto che parlare sempre con il filtro del dipartimento PR. «Se passi costantemente da un filtro, non sarai mai percepito come una persona reale».
Tornando a X, Musk si è detto un forte sostenitore dell’importanza della pubblicità targetizzata “che non ti sembrerà più una pubblicità, ma un contenuto utile” e spiegato che da quando ha acquisto la piattaforma è stato migliorato radicalmente l’ad matching con gli interessi delle persone, grazie a un sistema alimentato dall’AI.
E cosa direbbe oggi agli inserzionisti, ha chiesto Read? «Sono interessato ai feedback critici. Siamo focalizzati nel comprendere quello che le persone trovano interessanti, i provider di sistemi verifica e brand safety ci hanno attribuito un punteggio A+. Ma il punto è che che su X puoi davvero raggiungere i senior decision maker, le persone più influenti del mondo, non solo i social media influencer. Puoi rivolgerti agli intellettuali che scrivono su X e non fanno video su TikTok e non guardano la tv. Abbiamo meno utenti degli altri social, ma se vuoi raggiungere quelle persone X è il posto migliore dove stare».
Ottimista o pessimista sull’AI? «Citando Geoff Hinton, sono d’accordo con lui che c’è tra il 10 e il 20% di probabilità che succeda qualcosa di terribile a causa dell’AI. Ma preferisco pensare lato positivo, all’abbondanza di beni e servizi resi disponibili per chiunque. Penso che la cosa più importante sia allenare l’AI, in modo che sia più veritiera possibile». E anche creativa? «Un’AI può creare arte e musica, ma non credo che questo sia la fine della creatività umana, quanto un modo per potenziare e amplificare l’intelligenza umana».
F.B.