Per l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano solo 1 museo su 4 ha un piano strategico per l’innovazione digitale
Chiusi in casa gli italiani hanno scoperto una gran voglia di visitare i musei che infatti hanno raddoppiato numero di follower e attività social: un capitale che le istituzioni culturali adesso dovranno far fruttare. Peccato però che secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano solo 1 museo su 4 ha un piano strategico per l’innovazione digitale, anche se il 76% è attivo sui social.
Prima dell’emergenza sanitaria il digitale era un complemento dell’esperienza di visita on-site, dopo si è rivelato essenziale per l’offerta di contenuti culturali, sottolinea Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio. Ora, non importa quali saranno le prospettive future – le presenze saranno necessariamente ridotte per questioni di sicurezza – la fruizione on-site e online non dovranno essere considerate alternative, ma complementari e la strategia di offerta online dovrà essere ripensata, a cominciare dal sistema di ticketing e gestione delle prenotazioni presente solo presso il 23% dei siti culturali.
Anche il livello di interesse per le attività online è aumentato, mentre le interazioni sono rimaste stabili salvo rare occasioni di ingaggio del pubblico.
Inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio attualmente il 51% dei musei non si avvale di alcun professionista, interno o esterno, con competenze legate al digitale. L’emergenza sanitaria richiede anche un totale ripensamento dell’organizzazione del journey dell’utente, con sistemi tecnologici che consentano la prenotazione online, il pagamento cashless e contactless e il contingentamento degli accessi.